La Buona Destra sbarca a Palermo, e lo fa con una chiacchierata, un’intervista sulla più stretta attualità e sul destino della destra italiana tra il giornalista Carmelo Lo Papa, caporedattore dell’edizione del capoluogo siciliano de La Repubblica, e il segretario e fondatore del movimento, Filippo Rossi.
“Un movimento, la Buona Destra, che si distingue dalla destra imperante, sovranista e populista di meloni e Salvini” afferma Lo Papa, e Rossi prontamente replica che la sua Buona Destra “è una buona politica declinata a destra, quella che c’è in tutto il mondo: in Francia ci sono i gollisti, in Germania ci sono i liberali e c’è la CDU, in Spagna c’è il Partito Popolare. Semplicemente una destra che non tifa per il primo autocrate di turno solo perché fa la faccia cattiva, per poi andare a sbattere in questi giorni rinnegando anni di proclami… Semplicemente una destra un po’ più pensante, più dialogante, più patriottica e meno nazionalista perché patriottismo è quel sentimento che ci fa sentire fratelli”.
E quando Lo Papa gli fa notare che non passa giorno in cui Rossi non prenda le distanze da Lega e Fratelli d’Italia, il leader della Buona Destra ricorda che “anche nella Lega, anche tra tanti amministratori di Fratelli d’Italia c’è una buona destra. Bisogna però capire che questo centro destra, così strutturato in modo propagandistico, questo bipolarismo dell’uno contro l’altro armati è un drogare la politica, è esasperarla fino alla morte. E poi alla fine i partiti lì dentro diventano degli apparati di potere, in cui dentro c’è tutto e il contrario di tutto: esistono due Lega, la Lega del Nord che è forza di governo, e poi la Lega di Salvini, che lui si è inventato quando la Lega stava al 4% e alla disperata si è messo ad inneggiare a Putin e ad andare a cena con CasaPound. Quella cosa lì poi gli è scoppiata in mano, perché manca l’offerta alternativa, le due destre sovraniste e anti europee, una sta con la Le Pen e una sta con VOX in Spagna, stanno al 40% in Italia non per bravura loro, ma perché manca l’offerta alternativa. Io su questo forse sono molto di destra, ma il problema è di élite: se l’élite, i corpi intermedi, la borghesia non costruiscono come ha fatto Macron in Francia un’offerta alternativa, la gente o non va a votare o vota quel che c’è. Quando c’è l’alternativa, le persone scelgono, ma se non possono scegliere prendono quello che hanno, questo è il nodo. È colpa dei Zaia, dei Giorgetti, di quelli che non hanno il coraggio di esplicitare queste differenze”.
Rispetto alla crisi in Ucraina, qual è la posizione della Buona Destra? “Ovviamente di condanna alla Russia, il dramma ucraino mi sta sconvolgendo malamente – replica Rossi -. L’innamoramento per Putin, più di Salvini che della Meloni, come l’innamoramento per Trump, per Orban, per Bolsonaro è di una superficialità estrema. Noi siamo per la moderazione, non ci siamo fatti affascinare da Putin ‘l’uomo forte che ci serve’, ‘meglio Putin di Renzi’, ‘Putin meglio di Mattarella’, come affermava Giorgia Meloni. Però lei la difendo perché difendo la mia storia, una storia politica un po’ più complessa di quella di Salvini. La difendo quando condanna l’invasione russa”.