La replica in Senato del presidente del consiglio mostra un Draghi diverso. Il tecnico, il banchiere prestato al Governo del Paese, è diventato finalmente politico.
A braccio, Draghi dà il meglio di sé, parlando della guerra che non ci aspettavamo ma che ora va combattuta al fianco degli ucraini e dei nostri Alleati. Del nostro futuro europeo, dei giovani di questo Paese, di come dobbiamo cambiare un modello energetico che per anni è stato incapace di diversificare.
“Quel che si deve sottolineare è che Draghi esce dalla prova con un profilo più forte anche sul piano internazionale,” scrive Stefano Folli su Repubblica. “Se nei giorni scorsi c’era stata qualche esitazione a Palazzo Chigi, qualche dubbio sulla linea intransigente, gli interrogativi sono stati risolti e il Parlamento ha fatto la sua parte”.
E ancora: “Le parole di Draghi non appartengono a un premier pronto a ritirarsi alla prima occasione. Sono invece adatte a un uomo di Stato che vuole offrire un orizzonte alla Nazione in un’ora difficile. Da oggi Draghi è più vicino alla prospettiva di restare presidente del Consiglio anche dopo il voto del ’23”.
Un discorso da statista, incentrato su parole come pace, libertà, crescita e sviluppo economico. Contro la guerra, il caos, la bancarotta morale e civile. Un discorso che per una volta non è dettato da slogan come quelli ai quali ci hanno abituato anni di populismo retorico e di comunicazione vuota sui social.
Nemmeno solo da ragioni unicamente economicistiche, come è avvenuto troppo spesso nella (geo)politica italiana. Dentro la replica di Draghi politico ci sono gli ideali che stanno a fondamento della nostra Storia repubblicana. E una certezza: siamo e resteremo nel recinto europeo, atlantico e occidentale.
Leggi la replica del Presidente del Consiglio, Mario Draghi a seguito della discussione generale sulle Comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.