di Fabrizio Fratini
Populismo e sovranismo hanno riempito le stesse piazze che nel tempo si svuoteranno. Assistiamo al cambio al vertice tra Lega e FdI, il cui consenso crescente dell’ultimo è dettato esclusivamente dalla scelta di fare opposizione a prescindere.
Assistiamo allo scontro nel M5S dove Conte vorrebbe una trasformazione in partito di un movimento che si proclama aperto e senza padroni, ma che poi aperto non è.
Assistiamo all’operazione che vorrebbe Berlusconi, che ha intuito la necessità imminente di un cambio di passo dall’appoggio a prescindere da sovranismo e populismo ma che non offre una soluzione nascondendo solo il problema.
Questo modo di concepire la politica non regge l’impatto di una crisi generale conclamata , dove non c’è un rilancio ma solo una lotta affollata nel mantenimento di posizioni di potere, interessi e convocazioni di Stati Generali mai affrontati ne analizzati in prospettiva di soluzioni tangibili.
Ecco perché bisogna tornare alle origini della politica, intesa come arte nobile e di pensiero nella concretezza dell’azione di governo attraverso una prospettiva da costruire che sia vincente.
Costruire oggi per investire nel domani.
Dobbiamo superare il concetto di resistenza ideologica a prescindere e smettere di seguire il consenso popolare attraverso la vanificazione dell’attività politica. Non è giusto quello che piace, è giusto quello che serve! Se poi è impopolare ma serve non ha importanza, perché chi governa è e deve essere un buon amministratore della ‘ cosa pubblica ‘ attraverso l’innovazione dell’attività legislativa che deve necessariamente andare al passo con i tempi e con le criticità del sistema.
La sfida della Buona Destra è questa!
Cambiare il modello politico attraverso un ritorno al pensiero nella costruzione dell’azione politica e dei suoi interlocutori. Una destra capace di fare propri i valori che fin troppo gli sono stati preclusi attraverso ghettizzazioni ideologiche dove i concetti di solidarietà,sociale e liberalità non sono stati presi in considerazione perché precludono l’assioma del consenso popolare preferendo facili guadagni elettorali mercificando disperazione, valori umani e diritti.
Oggi sentiamo forte il ritorno di quei valori, di quella buona politica che ci è stata negata, gridando forte al No alle diversità, al No agli stereotipi preconfezionati di una destra irresponsabile, al No ad una visione comune con il sovranismo che non rappresenta gli ideali liberali e democratici della nostra Comunità chiamata Europa, della quale l’Italia è fondatrice.
La vera rivoluzione politica è il ritorno alla buona politica.
Avanti per il cambiamento, avanti con la Buona Destra!