di Francesco Galleri
Manifesti come il cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacci a livello globale, la conservazione di aree particolarmente sensibili, la lotta contro la deforestazione, insieme a battaglie giuste come il contrasto all’inquinamento, la difesa delle aree costiere, vanno di pari passo con un’alta concentrazione di eventi, gruppi ambientalisti e manifestazioni, che molto spesso non entrano nel merito del problema e non offrono spunti di analisi per poter capire le dinamiche che intercorrono fra uomo e ambiente e le conseguenze.
Occorre invece dare oltre che uno sguardo complessivo e globale, anche una visione strettamente locale rispetto le dinamiche di urbanizzazione della natura all’interno di un ambiente urbano. Si parla di urbanizzazione della natura come il rapporto fra le risorse naturali e lo sviluppo economico, che porta inevitabilmente a conflitti nel processo di trasformazione della città.
L’ambiente è visto come un ostacolo alla progettazione e non un’opportunità. Il risultato della continua demolizione e trasformazione del territorio, altera le dinamiche ecologiche e naturali ed impoverisce il progetto, senza che esso riesca a integrarsi con le dinamiche ambientali e urbane.
L’urbanizzazione è quindi un processo di de-territorializzazione e ri-territorializzazione.
Questi processi sono causati dai conflitti di potere che ogni attore cerca di difendere e di appropriarsi, per costruire un proprio ambiente, all’interno di un contesto sociale di lotte di potere. Il rapporto che corre fra le risorse naturali e lo sviluppo economico, spinge e alimenta questo processo di urbanizzazione e, conseguentemente di trasformazione della città in un processo socio- ambientale all’interno del territorio.
La Buona Destra saprà analizzare in maniera critica e propositiva le resistenze e le ambiguità che una natura urbanizzata ci mette di fronte. Abbiamo sempre più spazi che diventano sempre meno condivisi, vengono meno le identità che caratterizzano quel territorio, si accelera la crescita di nuove nature urbanizzate che portano inevitabilmente ad assemblaggi socio-naturali instabili, eventi occasionali, al di fuori di ogni logica urbanistica e amministrativa. Abbiamo quindi una perdita dei “valori simbolici”, un incremento di sviluppo senza meta e come dice Cacciari, ad un processo che non porta ad alcuna dimensione organica.
La Buona Destra si fa carico di conservare le identità peculiari di ciascun territorio e di tenere ben saldi quei valori simbolici che ogni città, ogni territorio possiede. La crescita della città e il processo di urbanizzazione della natura sono strettamente legati alle trasformazioni ecologiche nel tempo.
Una prospettiva da valutare è quella di una nuova politica-ecologica capace di relazionare sviluppo economico e nuovi ambienti fisici e sociali in cui la natura viene urbanizzata. Questo passaggio consente di costruire un ambiente sociale e fisico che produce nuovi ambienti urbani fruibili dalla popolazione, poiché iniziative globali, seppur con i migliori intenti, non permettono alla politica di intervenire e spostano i processi decisionali ad un livello lontano dai cittadini.
La sfida del presente e del futuro è che natura e politica interagiscano affinché si abbia uno sviluppo territoriale capace di restituire la città e le dinamiche ambientali del territorio alle comunità locali e ai suoi cittadini.