di Alessandro Cini
I candidati sindaci della Lega di Salvini perdono ai ballottaggilombardi (e non solo) amministrazioni come Legnano, sì proprio la città della famosa battaglia combattuta contro l’imperatore Federico Barbarossa, una sorta di luogo sacro per generazioni di leghisti.
Fatta eccezione per la giunta PD guidata da Alberto Centinaio (2012 al 2017), Legnano ha rappresentato una roccaforte del Centrodestra/Lega a partire dal 1993. Malgrado questo, l’ultimo sindaco leghista Giambattista Fratus è uscito di scena in malo modo e il suo comune commissariato: all’incirca a metà del marzo scorso, accuse di manipolazione di concorso e corruzione elettorale si sono tramutate in una condanna in primo grado ad opera del Tribunale di Busto Arsizio. Trincerati per anni dietro al falso storico di Alberto da Giussano, falso personaggio simbolo della riscossa lombarda contro l’invasione di un potere mal digerito, i leghisti imbarcano acqua dell’Eridano e anche dell’Arno. Direi anche molta. Tra Lombardia, Abruzzo e Toscana i ballottaggi per la Lega del nuovo corso salviniano sono stati un vero e proprio incubo a occhi aperti.
Mescolare questioni nazionali, fatte di urla, strepiti, rosari, crocefissi, tribunali, monologhi televisivi senza contraddittorio, con delle elezioni amministrative non assicura mai un piatto gourmet: se è la ricerca delle ragioni della sconfitta leghista a livello locale che ci interessano, è preferibile limitarsi a commentare l’ovvio, come nell’emblematico caso toscano di Cascina. La storia non è un mistero. Quattro anni or sono i cittadini della piccola cittadina in provincia di Pisa avevano espresso il proprio voto di protesta contro lo strapotere territoriale e politico del PD eleggendo a sindaca la leghista Susanna Ceccardi. Più tardi la giovane esponente politica vicina a Salvini si dimise dalla carica essendo stata eletta presso il Parlamento europeo, ruolo decisamente più redditizio. Scelta come candidata in questi mesi anche alla guida della Regione, Ceccardi non ha fatto neanche in tempo a disfare le valigie, andando incontro a una sconfitta annunciata che l’ha ricondotta all’Europarlamento.
Ora la falla nel “sistema Salvini” evidenzia sempre più un dato di fatto: se vuoi risultare credibile ed essere eletto, o rieletto, devi saper amministrare a livello locale e saperlo fare anche bene, altrimenti il rischio è che i facili innamoramenti elettorali e i voti di protesta ti condannino a un’inevitabile retrocessione. Sapere quanto c’entri e quanto conti la politica nazionale in questi contesti, lo ripetiamo, è materia che non ci appassiona.
Ma un fatto è certo: se non governi, limitandotia urlare slogan e indicando nemici ovunque, alla fine le elezioni le perdi.