In un mondo che danza al ritmo dell’innovazione, sembra che il nostro governo stia dimostrando di essere una presenza decisamente fuori tempo. Con una serie di mosse e scelte che sottolineano un profondo disinteresse per il progresso tecnologico, l’attuale governo è in procinto di guadagnarsi un posto da protagonista nel “Museo dell’Inerzia”.
I segnali di questa distanza dall’innovazione sono lampanti. Dal rifiuto dell’adozione dello SPID e di servizi di ride-sharing come Uber, passando per le titubanze nei confronti dei vaccini e della produzione di carne sintetica, sembra che il governo stia facendo tutto il possibile per dimostrare la sua reticenza a fare un passo verso il futuro.
Ma il colpo più duro è stato il decreto che ha gettato l’innovazione sotto il treno dell’indifferenza. L’eliminazione del ministero dell’Innovazione è come un colpo alla testa per coloro che speravano di non avere al governo un conservatorismo così spicciolo.
La mancanza di sostegno verso le imprese innovative e le start-up è disarmante. Mentre altri paesi stanno sventolando la bandiera dell’innovazione e costruendo ponti verso il futuro, sembra che il nostro governo stia cercando un posto nel passato. Invece di abbracciare settori cruciali come la robotica e la produzione di microchip, sembra che preferiscano farli passare in secondo piano, come figurine in un album dimenticato.
E la scusa? La paura. La paura che l’innovazione possa sovvertire l’ordine delle cose, minacciare tradizioni e rubare posti di lavoro. Ma non è questa la storia dell’innovazione? Non è il suo compito mettere in discussione lo status quo e spingere verso nuovi orizzonti? Sembra che il governo abbia scambiato l’innovazione con un fantasma spaventoso che deve essere tenuto a bada.
In un’epoca in cui altre nazioni stanno mettendo piede sull’acceleratore dell’innovazione, il nostro governo sembra aver calpestato il freno. È come se fossimo stati messi in pausa mentre il resto del mondo sta avanzando. Ma questa non è solo una pausa temporanea. È un arretramento. Un arretramento che potrebbe costarci molto caro.
Il rapporto tra il governo e l’innovazione sembra destinato a rimanere un triste capitolo nella storia del paese. Mentre il mondo intorno a noi continua a evolversi, sembra che il nostro governo stia cercando il suo posto nel museo della conservazione. Ma il prezzo da pagare per questa scelta potrebbe essere troppo alto: un futuro in cui il nostro paese è costretto a lottare per tenere il passo con un mondo che ha abbracciato l’innovazione. La scelta è nostra, ma il tempo sta scadendo.