Incredibile ma vero. Il Consiglio Regionale della Lombardia, guidato dal presidente Federico Romani di Fratelli d’Italia, ha deciso di commemorare il prefetto Cesare Mori, noto come ‘prefetto di ferro’. La scelta è stata fatta utilizzando non solo le parole, ma anche l’immagine di Benito Mussolini. La storia, ovviamente, ha causato scalpore e alimentato intense polemiche.Il prefetto Mori, nativo di Pavia e morto il 5 luglio del 1942, è noto per la sua dura repressione contro chiunque infrangesse la legge. Il ricordo del prefetto nel post del Consiglio appare trionfalista, quasi glorificante, un tributo insolito per una figura associata al regime fascista.
Ma non è tutto. Il tweet commemora anche uno degli episodi più noti della sua carriera: l’assedio di Gangi nel 1926, in cui Mori isolò e assaltò un’intera cittadina sospettata di essere un rifugio per malavitosi. Questo episodio viene esaltato, nonostante le sue innegabili ombre di violazione dei diritti umani.
La ciliegina sulla torta? L’immagine di Mussolini e le sue parole di incoraggiamento a Mori per combattere la mafia in Sicilia, incluso il permesso di usare ‘carta bianca’ per raggiungere il suo obiettivo. Un pezzo di storia che certamente non dovrebbe essere celebrato, ma piuttosto studiato con occhio critico.
È così che si sceglie di commemorare una figura storica nel 2023? Evidenziando e glorificando la durezza repressiva e l’approccio autoritario, anziché sottolineare valori universali di giustizia e rispetto dei diritti civili? L’omaggio al “Prefetto di ferro” con una foto e un autografo di Mussolini è un gesto politicamente irresponsabile che rasenta la provocazione.
Non possiamo certo dimenticare o nascondere la storia, ma possiamo, e dobbiamo, apprenderne le lezioni. Scegliere di glorificare una figura controversa come Mori attraverso l’immagine di un dittatore come Mussolini è un atto inopportuno che rischia di riaprire antiche ferite.
Questa scelta del Consiglio Regionale della Lombardia non fa che alimentare ulteriormente la polemica. Non esiste un modo giusto di celebrare o commemorare figure così complesse e controverse. Tuttavia, l’uso di simboli fascisti e l’approccio trionfalista sono sicuramente il modo sbagliato.