Piantedosi chi era costui? Oggi, non tutti, qualcuno lo sa. Ha firmato da successore di Scelba, non si sa se con tremore o pudore, la sua prima norma, definita immediatamente a sinistra liberticida.
È un susseguirsi di Flick e Flok professoral costituzionali, che commentano sulle lesioni dell’art.17 della Costituzione. Che rimarcano come le norme non possono essere scritte da un prefetto, un ex questurino, e cominciano a suggestionare che ci attende un futuro in cui saremo governati da Fouché e non da Talleyrand. Ma come mai oggi abbiamo al governo una destra questurina, legge e ordine, con pletore di sottosegretari che escono tutti dal Fronte della Gioventù o dalle sue diramazioni successive? Come mai gli eredi del Msi hanno, con un’esigua, se vogliamo, classe dirigente, quintuplicato i consensi del partito originario?
La cosa più sensata l’afferma Zero Calcare, che sostiene che il governo di destra di oggi è solo la conseguenza del cambiamento della società, che ha spostato lentamente ma inesorabilmente i confini delle proprie priorità. Una società vecchia ed impaurita del proprio futuro ha come priorità la sicurezza nei confronti di chiunque, anche di giovani di cui non conosce e riconosce modalità di pensiero.
È ovvio che la improvvida, ormai, mobilitazione a sinistra sul liberticidio è figlia di sensi di colpa. La sinistra per Marx era la culla dell’innovazione sociale, colei che doveva leggere ed interpretare i cambiamenti della stessa.
Ma in questi anni è stata cieca? Non ha visto l’invecchiamento della popolazione e il suo regresso demografico? La società è un organismo che vendendosi non riprodurre con i propri Dna specifici, antropologici e culturali, si difende aumentando gli anticorpi, che per la sinistra vecchia e nuova sono reazionari.
Ma mondialismo finanziario e globalizzazione filo cinese, sono movimenti della società che ci restituiscono maggiori libertà? Come quella di Hu Hintao sollevato a clamor di telecamere? O come il finanziamento di Soros per spingere qualche punto percentuale da un lato all’altro?
Se la destra, sociale prima che politica, ha avuto questa avanzata, peraltro europea, lo si deve anche ai limiti di una sinistra presbite, focalizzata su piccole rendite di posizione, che ha smarrito il sentimento, la passione di guardare il cambiamento e tentare di orientarlo.
Non ha avuto la fortuna di trovare un gemello, magari matto, che potesse scaldare i cuori per grandi libertà di massa e non per piccoli privilegi di minoranza.