Niente vicepresidenze di Camera e Senato per il Terzo Polo. In un’intervista al «Corriere della Sera» Carlo Calenda ha mostrato tutto il suo disappunto: «Se da qui a mercoledì non ci sono novità non parteciperemo al voto perché una delle opposizioni è esclusa dall’accordo Pd-M5S, il che fa capire che sotto traccia un’intesa tra di loro su tutto c’è già. I dem non avendo più nessuna idea scelgono sulla base della consistenza elettorale. Dicono: i 5 Stelle hanno più voti andiamo con loro. Fossero i nazisti dell’Illinois farebbero lo stesso». A proposito del segretario dei Dem Enrico Letta il leader di Azione ha poi dichiarato: «Non mi risponde. Non ho più sentito né lui né nessuno del Pd quindi anche sulle Regionali non abbiamo nessuna intesa. (…) Il Pd sta chiaramente puntando a rinsaldare i rapporti con il M5S e a escluderci».
«Credo che il Pd chiederà l’unità delle opposizioni, come fa sempre, dirà “buttiamoci tutti insieme contro la destra”», ha rimarcato sempre Calenda, che poi si è affrettato ad aggiungere: «Non è questo il nostro progetto: noi pensiamo invece che vada offerta un’alternativa di governo. E siccome il Pd ha terminato il suo percorso di partito riformista il nostro obiettivo è costruire un grande partito riformista italiano, altrimenti si continuerà sempre con lo schema “fascisti contro comunisti”». Il fondatore di Azione ha parlato di “opposizione costruttiva”: «È chiaro che se ci dovesse essere un piano sulle bollette consistente e serio come quello che abbiamo presentato noi, parteciperemmo al voto ma questo non vuol dire votare la fiducia al governo, vuol dire che su temi concreti c’è la possibilità di dare i nostri voti. E spero che così si regolino tutte le opposizioni». Per Calenda «sarebbe un errore clamoroso, nel momento in cui la crisi economica sta diventando una crisi sociale di portata incredibile, essere così irresponsabili da scegliere di avere un’opposizione pregiudiziale».
Fotografando i primi giorni della nuova maggioranza Calenda ha parlato di «disastro»: «Si è spaccata sulla Ronzulli, sui famigli e sui ministeri che interessano a Berlusconi. Forza Italia ha una gestione domestica della politica. Sì, lo spettacolo peggiore lo sta dando FI. La loro è una coalizione solo sulla carta. E il loro rischia di essere uno dei governi più deboli della storia repubblicana in uno dei momenti peggiori della storia repubblicana». Meloni ha fatto capire che comunque dopo di lei ci sono solo elezioni: «Non lo decide lei ma un signore che si chiama Sergio Mattarella. Peraltro se andiamo al voto adesso ci ricoverano tutti quanti per un trattamento sanitario obbligatorio. Qui c’è un Paese da governare», le conclusioni di CC.