Alla fine Giorgia ha sbattuto la porta in faccia a tutti ed è andata per la sua strada, incassando sì l’elezione del fedelissimo Ignazio La Russa alla presidenza del Senato, ma certificando anche una verità che ormai è incontrovertibile e ufficiale: la premier in pectore non ha la maggioranza in Parlamento. Lo certificano quei 19 voti giunti in soccorso dalla minoranza per eleggere La Russa, dopo che Forza Italia si era tirata indietro per rappresaglia al veto meloniano su un ministero per la vestale di Arcore Licia Ronzulli.
Meloni aveva detto basta già mercoledì sera dopo l’incontro con Berlusconi. Troppe le richieste di FI e Lega, azionisti di minoranza del centrodestra, per la formazione del governo e per il varo delle camere. Dopo tre settimane di trattative serrate, tra falchi e colombe e richieste di ogni tipo, in realtà ieri l’accordo sembrava fatto. E invece – per strategia concordata con Salvini o per incapacità politica? – il faccia a faccia di ieri sera tra Giorgia e Silvio ha fatto saltare il banco. E stamattina si è arrivati alla votazione in Senato con La Russa in pole ma senza un accordo. Il resto è cronaca.
L’era Meloni, dunque, parte male. Malissimo. E’ il peggior avvio che la leader di FdI potesse augurarsi, perché è chiaro che non ha una maggioranza, e anche dovesse in extremis ricucire con gli “alleati”, il suo governo partirebbe già azzoppato, dove nessuno si fida di nessuno. E va bene che la Meloni ha preso il 26% da sola, ma senza il resto della compagnia non ci fa nulla.