Sono 677 gli incidenti mortali sul lavoro denunciati in Italia nei primi 8 mesi dell’anno con una media di quasi tre vittime al giorno. Rispetto allo stesso periodo gennaio-agosto del 2021, quando le vittime furono 772, si registra dunque un calo del 12,3% secondo i dati elaborati dall’Anmil (su dati Inail) in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Ma non è ancora abbastanza per un Paese come il nostro che mira ad essere tra i più evoluti al mondo. La stella polare deve restare la prevenzione: la sicurezza sul lavoro rappresenta, infatti, la massima forma culturale di progresso. Per questa ragione bisogna insistere sulla formazione sul lavoro, affinché gli incidenti diminuiscano fino a diventare pari a 0.
Complessivamente gli infortuni denunciati in Italia nel periodo gennaio-agosto sono 484.561: (+38,7%) rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. “I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici”, le parole di Mattarella in una lettera a Zoello Forni, presidente dell’Anmil (Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi del lavoro). Incidenti che “raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia”, ha aggiunto il capo di stato. “Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona”, ha aggiunto il presidente della Repubblica. E ancora: “Lo sviluppo di nuove tecnologie ha mutato radicalmente la natura e la stessa dimensione spazio-temporale dei luoghi di lavoro. Purtroppo questa fase non è stata accompagnata da una crescita proporzionata delle iniziative verso la prevenzione. Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita”.
Proprio così nessuno dovrebbe morire sul posto di lavoro. Il governo uscente ha fatto molto per raggiungere una maggiore sicurezza sui posti di lavoro ed è necessario insistere su quella stessa strada. Non solo, occorre pure riconoscere ai lavoratori la giusta dignità. Nel concreto bisogna rafforzare il ruolo degli ispettori, perché chi lavora si muova senza rischiare la propria vita. Non è accettabile che un padre di famiglia, un giovane al primo incarico o qualsiasi altra persona muoia sul posto di lavoro. È una strage silenziosa che va fermata.