Putin

Per Usa e Ue il rischio nucleare è forte, ma resta il no alla resa dell’Ucraina

Mentro il Consiglio Europeo ha adottato l’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia in risposta “all’annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson”, il presidente americano Joe Biden, per la prima volta, lancia l’allarme sul disastro nucleare. “Putin non scherza – ha detto – si rischia un Armageddon atomico”.

Chi sottovaluta le minacce del Cremlino sull’uso di un arma nucleare tattica, spiega Biden, commette un grave errore di valutazione che potrebbe portare a uno scontro atomico irreversibile: “Putin non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche perché il suo esercito è in difficoltà”.

E, in effetti, il timore di diversi analisti è proprio questo: il capo del Cremlino, messo alle strette, con una guerra che doveva sancire il suo trionfo e rischia invece di trasformarsi in una disfatta, potrebbe optare per un gesto estremo con lo scopo di shockare la controparte ucraina e frenarne l’avanzata della controffensiva verso est, tentando così di salvare la faccia in patria.

Il rischio, oggi, è reale e anche l’Unione europea ha lanciato un monito forte e chiaro: “Prepararsi in caso di attacco nucleare”. Ma né l’Ue né gli Usa hanno intenzione di chinare il capo davanti a Putin: un una pace ingiusta significherebbe la resa dell’Ucraina e, del mondo, alla follia dello zar di Russia. Ora, dunque, l’interrogativo da porsi è quale possa essere la via d’uscita per Putin dopo che ha perso la faccia e il potere. Su questo, ora, si ragiona, tanto che il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso la volontà di risolvere la guerra con la diplomazia; ma solo a patto che ci sia una “volontà seria” da parte di Vladimir Putin.