Per la Cnn Giorgia Meloni sarà “il primo ministro più a destra dai tempi di Mussolini”; la Bbc sottolinea che sarà la prima donna alla guida del Paese. El Pais scrive che “l’estrema destra vince per la prima volta in Italia” e prevede un braccio di ferro con l’Ue. La stampa estera guarda l’Italia e, all’indomani del voto, agli italiani non resta già che rimpiangere Mario Draghi. Un gigante in confronto ai nani della politica, che non conoscono né dimostrano il suo senso del dovere. L’uomo che, nel 2012, quando era presidente della Banca centrale europea con il suo “whatever it takes” salvò l’euro; lo stesso che, all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, ha dichiarato senza se e senza ma che l’Italia stava con l’Europa: “Prima di tutto occorre restare uniti”. Per poi ricordare che: “L’unico modo per difendere la sovranità è condividerla con l’Unione europea”. E ha parlato senza paura dei “pupazzi prezzolati” del presidente russo Vladimir Putin che in Italia vorrebbero stracciare l’Europa intera. Ma, soprattutto, ha ricordato che l’Italia sta dalla parte giusta: “Noi difendiamo lo stato di diritto e i nostri alleati sono la Germania e la Francia”.
Difficilmente rivedremo un leader così stimato, intelligente e capace di unire e, allo stesso tempo, resistere agli attacchi continui delle forze della sua stessa maggioranza. Non lo rivedremo certamente in Giorgia Meloni, che ha già detto che batterà i pugni sul tavolo e che “la pacchia è finita”»: con tutte le crisi che attraversano l’Italia e l’Europa, la presidente di Fratelli d’Italia crede di poter fare la voce grossa. La verità è che avrà difficoltà molto serie a governare. La scuola italiana cade a pezzi; il paese non ha una strategia per contrastare la crisi climatica; l’immigrazione è un problema serio che la destra pensa di affrontare con i blocchi navali. Figurarsi cosa potrà fare Meloni sul gas con i governi europei. C’è il rischio che l’Italia si metta sullo stesso livello retrivo e pericoloso di Ungheria e Polonia. Insomma sarà un ottobre freddo e buio, con una sola nota positiva e una sola speranza. La prima è che Mario Draghi continuerà ad avere un ruolo importante in Europa; la seconda è che la Meloni sia abbastanza intelligente da capire che l’agenda Draghi resta irreversibile per l’Italia.