“Nel Paese c’ una grande voglia di serietà e pacificazione: credo che alle elezioni andremo molto vicini al risultato del 20 per cento, già ottenuto a Roma”.
A parlare, in un’intervista a il Messaggero è il leader di Azione, Carlo Calenda, che torna a parlare del confronto Letta-Meloni senza interlocutori. “In realtà dal dibattito è emerso un dato importante e cioè che non ci sono due coalizioni: Letta ha detto che non governerà con Bonelli e Fratoianni, che però fa votare ai suoi elettori; mentre Meloni ha parlato del programma di Fratelli d’Italia, mai come leader di una coalizione che ha un proprio programma ma totalmente diverso. Tant’è che proprio mentre lei parlava, Salvini la smentiva”.
Secondo Calenda bisogna “essere consapevoli che né Meloni né la sinistra riusciranno a governare”. Ergo: “L’unica soluzione seria è votare Terzo polo e cercare di tenere Mario Draghi lì dov’è”. Il leader di Azione è chiaro quando dice che non collaborerebbe con Meloni. “Sarebbe un governo fallimentare e diviso su tutto: deraglierebbe nel giro di sei mesi al massimo. Il rischio – spiega Calenda – è che persone inesperte, che hanno già portato il Paese sull’orlo del fallimento, si mettano a governare l’Italia con una persona del tutto inesperta nel momento più difficile della sua storia recente”.
Quanto alla vera emergenza di questi giorni, ovvero le bollette, Calenda è stato il primo a chiedere una sospensione della campagna elettorale per varare misure condivise. Adesso anche FdI e Pd sono d’accordo. “Non si farà niente, perché se racconti che ti odio poi come fai a sederti intorno ad un tavolo? Abbiamo un governo sfiduciato, in carica per gli affari correnti e ci vogliono 15 miliardi per abbassare le bollette”. La proposta del leader di Azione era stata chiara: “da un lato rinunciamo alle proposte elettorali folli e, dall’altro, impegniamoci a fare il rigassificatore di Piombino”. Perché “se per marzo non sarà stato fatto, rischiamo che se c’è una gelata non avremo più gas”. E invece, si sa, Pd e FdI hanno votato contro il rigassificatore.
Quanto alle riforme su presidenzialismo e autonomia, poste in cima all’agenda della Meloni, Calenda è schietto: “Ma come si fa? Con l’inflazione, il costo del gas, il Pnrr da gestire, noi ci mettiamo a fare il presidenzialismo?”.
“L’unica soluzione per tenere l’Italia sui binari è continuare con una larga coalizione e Mario Draghi. Ma la Meloni non lo farebbe. Lo abbiamo già visto con il M5S e Salvini che incarnano la rabbia degli italiani ma che quando vanno al governo crollano nei sondaggi. La mancanza di classe dirigente pesa”.
Calenda, infine, sostiene: “Se il Terzo polo prenderà tra il 10 e il 12%, ma io credo molto di più, non vincerà nessuno e, a quel punto, noi diremo di non fare alleanze che non comprendano Draghi presidente del Consiglio”.