“Viviamo ed operiamo in un’Italia che, ai nostri occhi, mostra di avere troppo spesso smarrito la capacità di condivisione e unione sui valori fondamentali. Un Paese smarrito, diviso e ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sui bisogni del presente”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rivolgendosi a Papa Francesco, in occasione dell’assemblea pubblica dell’associazione che, quest’anno, si tiene in Vaticano, oggi alla presenza del pontefice.
Bonomi si è detto preoccupato per la sofferenza sociale, derivata anche dall’aumento dei costi per l’energia. “Oggi a procurarci grande preoccupazione non sono solo gli effetti della spaventosa guerra in corso in Ucraina, i costi dell’energia e la perdurante bassa occupazione nel nostro Paese, ma l’onda di smarrimento, sfiducia e sofferenza sociale che esprime una parte troppo vasta della societa’ italiana – ha aggiunto il numero uno di Confindustria -. Una sofferenza alla quale sentiamo l’urgenza di provare a dare una risposta, insieme a tutti gli altri attori della società convinti che la direzione verso cui andare sia quella di garantire il lavoro, che è certamente la questione chiave. Lavoro che Voi, Santo Padre, avete definito nelle sue caratteristiche: ‘libero, creativo, partecipativo e solidale’. Quel lavoro ‘nel quale l’essere umano esprime e accresce la dignita’ della propria vita’. Siamo consapevoli dei nostri doveri verso la società. Non abbiamo alcuna pretesa di essere perfetti”.
“Continueremo a volere e a sognare un Paese unito. Un Paese in cui il verbo prioritario non è ‘prendere’, ma è ‘dare’: dare agli altri, dare lavoro, dare futuro, dare dignità, dare libertà – aggiunge ancora il rappresentante degli industriali -. Senza mai montarci la testa, ma avverando quel che San Paolo scriveva accomiatandosi dalla comunità cristiana di Corinto: ‘In tutti i modi vi ho mostrato che è così, lavorando e penando come io ho fatto in mezzo a voi, che si deve sovvenire ai deboli’. Sappiamo benissimo che soltanto chi, con i suoi beni e il suo lavoro, ha realizzato un onesto profitto, è in grado di esercitare la solidarietà verso il prossimo. Come diceva San Paolo, voi conoscete bene di quante pene sia fatto il nostro lavoro quotidiano. Ma nessuna di esse, ieri, oggi, domani, ci distoglierà mai dalla nostra missione: non siamo quelli che vincono sempre, ma siamo quelli che non si arrendono mai”.
Bonomi ha poi chiesto di potenziare Industria 4.0 e renderla strutturale. “Industria 4.0 era ed è, se la ripristiniamo integralmente e, anzi, la potenziamo rendendola incentivo strutturale e non a tempo, la via maestra da seguire per realizzare al meglio queste sfide – spiega Bonomi -. Anche nelle fasi di ripresa economica, non riusciamo a superare la soglia del 60% di occupati tra i 15 e i 64 anni. I tassi di partecipazione al lavoro di giovani e donne restano tra i 15 e i 20 punti inferiori a quelli dei paesi nordeuropei. Abbiamo raddoppiato il numero di poveri assoluti malgrado un enorme balzo all’insù della spesa sociale”.
Bonomi ha poi richiamato la necessità di un “lavoro degno”, ritenendo “insostituibile” l’apporto degli immigrati. “La curva demografca italiana rende ancor più necessario contare su un efficace modello di integrazione nazionale e di piena cittadinanza per gli immigrati e i lavoratori stranieri nel nostro Paese – ha concluso -. Noi come imprese ci siamo: in moltissime nostre aziende, infatti, l’apporto degli immigrati è crescente da anni e insostituibile, ma è necessario migliorare la bassa capacità di garantire formazione adeguata come di integrare stranieri e immigrati”.