La politica italiana è refrattaria al decisionismo, o per lo meno così si è mostrata negli ultimi decenni. Specialmente per ciò che concerne l’economia. La responsabilità delle scelte è un onere che in Italia nessuno vuole assumersi, e infatti il nostro Paese è da sempre vittima dell’instabilità che riguarda sistemi di governi dove la responsabilità di chi decide non è ben identificabile. Al contrario, dove lo è, l’efficacia delle scelte e la stabilità sono assicurate e portano a programmi di sviluppo a lungo termine.
Perché decisione è visione oltre l’oggi. Ecco perché politica italliana dovrebbe tornare a pretendere il diritto-dovere alla decisione, senza il quale la sua azione si svuota di significato. Il diritto-dovere di provare (almeno provare!) a rendere il mondo un posto migliore.
67 governi in 74 anni sono un’anomalia tutta italiana, del resto, un caso unico al mondo che da decenni paralizza le riforme. In un quadro simile, il presidenzialismo, podrebbe essere un sistema che garantirebbe stabilità e decisione, anche se gli esempi dei governi più longevi della storia della Repubblica non hanno certo lasciato buoni risultati (più debiti, meno pil). In Italia i governi più duraturi hanno infatti fatto sempre peggio, soprattutto in materia di consolidamento economico del Paese.
Il problema non è la forma di governo, ma la cultura politica carente di decisionismo e responsabilità. E allora l’allarme populismo è dietro l’angolo.