Non buone notizie purtroppo all’orizzonte. «Un mese fa c’è stata una cena a Londra con quaranta tra banchieri d’investimento e gestori di fondi: trentacinque di loro avevano in testa di vendere allo scoperto titoli italiani. Il ragionamento che fanno è semplice, quasi ovvio. Se non sono bastati Mario Draghi, 80 miliardi regalati dall’Europa e altri 120 miliardi a tasso zero per cambiare la rotta, allora Roma non riuscirà a ripagare il suo debito», ha spiegato il finanziere Davide Serra in un’intervista concessa a «La Stampa».
Il «Financial Times» scrive che gli hedge fund stanno preparando la più grande scommessa speculativa contro l’Italia dal 2008. Una notizia che non stupisce affatto il fondatore di Algebris, che ha detto: «Abbiamo rinunciato al nostro Ronaldo, dopo vent’anni è esplosa l’inflazione e abbiamo il debito nominale più alto fra i Paesi del G10: è normale che se la prendano con noi, siamo come un’azienda in difficoltà e con la prospettiva di non fare utili per un po’. Conti che i soldi migliori gli hedge fund li hanno fatti qualche anno fa, quando la Lega ha tirato fuori la boutade dei mini-bot. Quel partito si appresta a tornare al governo, e per loro c’è la prospettiva di fare altro denaro. Un movimento del 10% sul debito pubblico crea profitti per 250 miliardi».
C’è chi vede l’Italia fuori dall’euro? «Sicuramente c’è qualche esponente leghista che ci pensa e i mercati lo sanno: sta arrivando gente che indossava la maglietta di Putin e che lo preferiva alla Merkel. Io dico solo: attenti. Ma la nostra posizione, come Algebris, è molto diversa da quella degli hedge fund», ha spiegato Davide Serra. Il finanziere ha chiarito poi: «Ho imparato che i populisti mentono sempre. Ricorda i 5 Stelle? Dicevano no a tutto e poi hanno fatto l’opposto. Ma non solo in Italia, pensi ai Tories in Inghilterra: dopo la Brexit, hanno ammesso 300 mila immigranti dalla Nigeria e dal Pakistan. Per abbassare davvero le tasse l’economia deve crescere alla velocità della luce». Ma l’Italia ha già affrontato una situazione così difficile? «Secondo me no. Nel 2011 c’era un tema di credibilità, ma l’economia reale marciava, i tassi scendevano e non c’era la guerra. Oggi invece, dal punto di vista di chi ci finanzia, avevamo il migliore di tutti e lo abbiamo mandato a casa. Abbiamo un conflitto in Europa, un prezzo dell’energia mai visto e in più i tassi d’interesse possono solo salire. Previsioni meteo così brutte non le ho mai viste. Non posso credere che il centrodestra non abbia qualcuno che glielo spieghi: c’è una tempesta di neve, bisogna essere pronti e attrezzati, non pensare di uscire in ciabatte», ha concluso Serra.