Se il Partito democratico apre alla sinistra, Carlo Calenda si sfila. Sono ore convulse per la coalizione dei moderati, dove la tenuta dell’accordo Partito democratico e Azione è messa a dura prova dalla volontà dei dem di aprire anche all’estrema sinistra dei Verdi di Angelo Bonelli e di SI di Nicola Fratoianni, con i quali Enrico Letta si è incontrato al Nazareno.
“Si sono compiuti dei passi in avanti per arrivare a una conclusione positiva del confronto” fanno sapere dal Pd. Ma ecco che Calenda frena. “Direi che abbiamo raggiunto un punto di chiarezza, mi pare del tutto evidente che c’è una scelta netta da fare per il Partito Democratico che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l’opposto – avverte il leader di Azione -. A queste condizioni per quanto ci riguarda non c’è spazio per loro nella coalizione”. In una nota uscita poco prima, infatti, Nicola Fratoianni aveva affermato che “l’agenda Draghi non esiste”.
E se Letta prima e Franceschini poi tentavano di fare i pompieri, Calenda sulla sua posizione è fermo. “Fra noi c’è un patto, decidete voi – incalza ancora l’ex ministro su Twitter -. Il terzismo alla volemose bene con noi non funziona. Avete firmato un patto. Nato, rigassificatori, equilibrio di bilancio, revisione rdc, agenda Draghi. Dall’altro lato c’è una dichiarazione al minuto contro tutto questo. Chiarite. Decidete. Punto”.
“L’interesse dei partiti non conta nulla – conclude il leader di Azione -. Conta dare al paese una prospettiva di Governo seria. Questi erano i patti”. Patti che ora però il Pd mette a dura prova.