I leader di Pd, Azione e +Europa hanno trovato l’intesa per correre insieme alle elezioni del 25 settembre per contenere le destre estremiste, sovraniste e populiste. «Siamo solidi e compatti, andiamo a vincere queste elezioni, niente è già scritto, da oggi finisce ogni tipo di discussione e polemica, finisce il pre partita e inizia la vera partita», ha detto Calenda subito dopo la firma. «Abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità», ha dichiarato Letta. Stamani sul «Corriere della sera» l’intervista a Maria Stella Gelmini, ex Forza Italia ora in Azione. «Abbiamo scelto per l’Italia e per gli italiani. Siamo rimasti coerenti con il manifesto di Azione, contro chi ha mandato a casa il governo Draghi. Calenda ha avuto su punti programmatici qualificanti, come le infrastrutture, le rassicurazioni che chiedeva», ha affermato la ministra.
Alla domanda diretta “Lei si sente a disagio a candidarsi in una coalizione con Pd, Verdi e Sinistra italiana?”, Gelmini ha replicato così: «No, io sono rimasta dove ero. Al centro. È Forza Italia che si è spostata a destra, facendo cadere il governo. Forza Italia governa in Europa con i socialisti e ha governato l’Italia con il Pd di Bersani; la Lega ha governato con il Movimento 5 Stelle e fatto il reddito di cittadinanza. Io sarò candidata di Azione nelle liste proporzionali: e Azione è il soggetto politico che più convintamente sostiene la necessità di proseguire con il metodo e l’agenda di Mario Draghi. È nato un nuovo bipolarismo nel Paese: fra chi sceglie Giorgia Meloni, il sovranismo e Orbán e chi l’europeismo e la prosecuzione di un’esperienza come quella di Mario Draghi».
A proposito dell’alleanza Calenda-Letta, Gelmini ha detto al «Corriere»: «È stata una decisione ponderata: di fronte alla inevitabile polarizzazione della campagna elettorale, la corsa in solitaria al centro presentava certamente dei vantaggi, ma rischiavano di essere solo vantaggi per Azione e non per il Paese». L’ex forzista ha spiegato di aver letto accuratamente il documento che sancisce il Patto tra Pd e Azione: «È un documento che riporta al centro l’agenda Draghi, conferma l’ancoraggio europeista e atlantista, il sostegno all’Ucraina, l’esigenza imprescindibile di realizzare le infrastrutture per la nostra indipendenza energetica, la riduzione del cuneo fiscale e la revisione del reddito di cittadinanza. E disegna un’alleanza con due aree distinte, quella liberal popolare guidata da Calenda e quella di sinistra guidata da Letta».
Ora la parola agli Italiani, Gelmini non esclude che tanti elettori possano averla seguita e che possano premiarla per la scelta di aver detto addio a Forza Italia: «La campagna elettorale inizia adesso e anche se la destra appare più unita le contraddizioni sono evidenti. Hanno litigato sulla leadership, in Europa hanno collocazioni diverse e Fratelli d’Italia è l’unico partito a non aver votato il Pnrr e ad aver contrastato tutti i provvedimenti del governo Draghi. Lega e Forza Italia invece erano in maggioranza e hanno condiviso tutte le scelte dell’esecutivo, salvo poi voltare le spalle agli italiani. Dovremo spiegare i rischi di consegnare il Paese a una destra antieuropea e ambigua perfino sull’aggressione russa all’Ucraina».