Clima rovente in questo luglio da campagna elettorale. Ombre russe si allungano pericolose, e non da oggi, sul futuro del paese. Attenzione alle ingerenze di paesi stranieri nelle vicende italiane – questo sostanzialmente il monito del Copasir ai presidenti di Camera e Senato nelle scorse settimane, per bocca, anzi per penna del suo presidente Adolfo Urso (Fratelli d’Italia).
L’allarme è di quelli pericolosi, da non sottovalutare e, soprattutto non è sospettabile di secondi fini, visto che la lettera del Copasir è precedente alla crisi di governo. E già da allora – cioè circa una settimana prima della caduta dell’esecutivo – si sottolineava come la Russia tramite alcuni partiti nostrani cercasse di influenzare la politica italiana. A ben vedere, sul banco degli imputati finisce immediatamente la Lega, che per il tramite di Antonio Capuano, ha sempre mantenuto rapporti molto molto stretti con Russia Unita, il partito di Putin. Tramite Capuano infatti Matteo Salvini avrebbe dovuto incontrare il ministro degli esteri russo, Lavrov.
Il documento del Copasir inviato a Fico e Casellati, invero, assume poi toni profetici, se si considera che da allora è cambiata radicalmente l’azione politica di alcuni partiti, fra cui Lega e Forza Italia le cui decisioni hanno contribuito in maniera sostanziale e assai sospetta alla caduta del Governo Draghi.
Il centrodestra è, dunque fortemente imbarazzato e Giorgia Meloni non lo nasconde. Così come non lo nasconde il fedelissimo Lollobrigida. Ambedue infatti parlano di dovere della chiarezza sull’Ucraina, e di necessario chiarimento sulle alleanze internazionali.
Forza Italia, ormai rivelatasi palesemente filorussa, cerca di minimizzare e di sminare un campo assai pericoloso, ma il disagio è evidente, non fosse altro perché giorno dopo giorno si sta sgretolando sotto il peso di nomi importanti che mollano il partito.
Non c’è male per una coalizione che fa vanto di essere unita e invece si dimostra divisa litigiosa e diversamente collocata al suo interno dal punto di vista dei rapporti internazionali (in un momento storico come questo, in cui Occidente e Oriente tornano in conflitto).
Volendo dunque tracciare una sintesi, quello che prima era un sussurro, poi una voce, adesso sta diventando un grido d’allarme suffragato da indizi che hanno l’amaro sapore di una prova. La Russia sta cercando di destabilizzarci, con azioni di soft power (come l’attività di disinformazione, che trova ampia sponda nei media italiani) e di hard power (condizionamento diretto di personaggi politici), ma ciò che sconcerta nom è tanto il fatto che ci provino, quanto quello che ci riescano.
Perché se si iniziano a “unire i puntini”, a mettere insieme i vari tasselli di questo intricato puzzle, emerge chiara una zona grigia di contiguità e quindi di complicità tra le alcune forze politiche, non solo italiane, e Vladimir Putin che ha tutto l’interesse e la volontà a far crollare su se stessa la democrazia liberale e l’Occidente.
Speriamo di sbagliare! Però il dubbio sorge se si considera quanto rivelato dalla Stampa sui rapporti fra Matteo Salvini e l’ambasciata russa interessata a conoscere le sorti dei ministri leghisti nel governo Draghi già dal maggio scorso, o se si considera quanto scrive Repubblica, oggi, circa una telefonata tra l’ambasciatore Razov e Silvio Berlusconi. Quindi la lettera del Copasir non solo era esatta nei contenuti ma potrebbe pure essere funesta nelle previsioni.
Insomma, rogne non indifferenti per il futuro governo, quale che ne sia il colore. A maggior ragione la cosa si farebbe davvero difficile per Fratelli d’Italia che sulla guerra in Ucraina, ha sposato una posizione netta e perentoria a favore di Kyiv e ch si troverà a fare i conti, sia in campagna elettorale sia a maggior ragione in caso di vittoria delle elezioni, con due partiti apertamente filo-russi. Auguri!