Berlusconi

Endorsement di Berlusconi: FI quinta colonna di Putin in Italia

E finalmente anche Silvio Berlusconi getta definitivamente la maschera e si rivela per quel che è sempre stato: un alleato di Putin, vera e propria quinta colonna del potere russo in Italia. No. Non è propaganda, ma semplici e amare deduzioni conseguenti a rivelazioni provenienti dal diretto intressato. Mercoledì scorso, giorno del draghicidio, presso Villa Grande: il Cavaliere chiama i ministri e convoca una riunione serrata per decidere il da farsi in merito alla fiducia e, in quella sede, si lascia sfuggire la bomba.: “Ho parlato con l’ambasciatore russo in Italia Razov. Mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky”. Di più: “Mi ha raccontato che è stata l’Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l’invasione era necessaria perché il rischio era che l’Ucraina attaccasse la Russia”.

E Berlusconi, ovviamente, ci crede. A nulla serve sapere che si tratta delle solite fregnacce che la propaganda del Cremlino ripete da mesi. Per Berlusconi quella “verità” diventa folgorante, e val la pena silurare Mario Draghi. Ciao ciao governo! Insomma, Mosca ordina, Silvio esegue. Il Cavaliere si erge a sicario dell’esecutivo sulla base di falsi pretesti (i presunti errori di Mario Draghi in politica estera), rinnega la sua asserita fede atlantista e si appiattisce prono sulla posizione di Matteo Salvini (altro filo russo) e di Giusepppe Conte (pure lui filorusso). Conte Salvini e Berlusconi, i tre congiurati contro Draghi, burattini dello zar. Scenario suggestivo, ma da oggi il sospetto diventa quasi certezza. Gli indizzi cominciano ad essere troppi per essere sottovalutati. D’altra parte, come si diceva, che i rapporti tra Berlusconi e Putin siano strettissimi, è cronaca, e questo spiega l’atteggiamento del Cavaliere in tutti questi mesi di guerra. Intanto il lungo silenzio dopo l’invasione. Poi timide e moderatissime prese di posizioni, senza mai citare l’amico Vlad. E, infine, l’accoglimento sic et simpliciter delle tesi putiniane. Pare che la virata antiucraina di Silvio sia databile attorno al maggio scorso, tanto che nella convention di Forza Italia di Napoli, Berlusconi aveva invocato una proposta di pace che accogliesse le richieste dello Zar e criticato l’invio delle armi a Kyiv. Grande stupore nella classe dirigente di Forza Italia, e primi malumori di fedelissimi che “non lo riconoscevano più”. E poi, la illuminante – si fa per dire – telefonata con l’ambasciatore Razov.

Tanto per completare il quadro, è necessario anche aggiungere che l’ambasciata, evidentemente non paga di quanto ottenuto grazie a Berlusconi, da giugno aveva ripreso anche i contatti con Matteo Salvini, altro tipetto molto sensibile alle distorte narrazioni moscovite. Come si sa sono di questi giorni, le notizie circa colloqui imbarazzanti tra funzionari russi e il leader del Carroccio. Quest’ultmo nega, ma non gli crede nessuno. Intanto fonti di intelligence confermano che, seppur escluse azioni di controllo diretto sui parlamentari, la sede diplomatica russa lavora da tempo come centrale del controspionaggio, con l’obiettivo di influenzare le vicende di politica interna e ha trovato in Salvini e Berlusconi sponde rilevanti quantomeno per avvalorare le tesi russe sul conflitto. Il quadro che ne emerge è inquietante, da trama di un libro di Le Carre’, ma i riflessi politici della intera vicenda fanno venire i brividi. Il mondo è sull’orlo di una guerra mondiale, i russi cercano di influenzare – da anni – la politica occidentale, e stanno sfruttando a mani basse i sovranisti italiani e l’amico Silvio, facendo dell’Italia il ventre molle dell’Occidente. Ebbene, i sovranisti e il Cavaliere tra meno di due mesi potremmo averli al governo, con il rischio di un esecutivo per 2/3 filo russo. Brividi!

E allora, la domanda nasce ovvia: Che farà Giorgia Meloni, premier in pectore? Lei a parole rassicura l’appoggio dell’Italia – in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni di settembre – all’eroico popolo ucraino, ma è visibilmente preoccupata e non lo nasconde. Nemmeno agli alleati. Chissà, forse è preoccupata anche per se stessa, perchè con i due alleati eterodiretti dall’autarca moscovita, che ne sarà di lei laddove dovesse continuare a professarsi filo-ucraina? Quanto durerebbe un governo di questo genere? Preoccupazioni legittime, non tanto per lei quanto per sopratutto per il paese, ormai sulla via del commissariamento per volontà di Vladimir Putin.