Non solo è “incomprensibile”, rischia anche “di minare la credibilità dell’Italia in Europa”. E’ il commento sulla crisi di Paolo Damilano, imprenditore e consigliere comunale a Torino (è stato candidato sindaco con la lista civica Torino Bellissima e il sostegno del centrodestra, dal quale ha poi preso le distanze), convinto che senza Draghi riforme, Pnrr e conti pubblici siano in bilico. E, infatti, le due principali agenzie di rating Fitch e Moody’s hanno detto senza troppi giri di parole che l’affidabilità del bilancio italiano in questo momento è a rischio.
“Quella di ieri è stata l’ennesima dimostrazione che questa classe dirigente è del tutto inadeguata a rispondere ai bisogni dell’Italia per bene, che lavora e produce. Lavoreremo per rinnovarla alle prossime elezioni”. Ma, intanto, lo spread sale perché c’è mancanza di fiducia. “La priorità è riportare i conti economici in ordine perché, passata questa finestra, tornerà il rigore dell’Europa sul debito pubblico, non dobbiamo dimenticarlo. I partiti per personalismi e tatticismi non stanno pensando al bene della nazione e i cittadini sono giustamente indignati”.
Quanto alla crisi energetica, in un’intervista a L’Avvenire, Damilano afferma: “Un giorno qualcuno ci spiegherà perché l’Europa e la Germania hanno messo le sorti del nostro futuro energetico nelle mani di un guerrafondaio come Putin. Detto questo – aggiunge – Draghi si stava muovendo nella maniera migliore possibile: l’accordo con l’Algeria per aumentare le forniture e l’installazione di due rigassificatori a Ravenna e Piombino vanno in questa direzione. Purtroppo è caduta nel vuoto la proposta di un prezzo massimo per il gas, oggetto di forti speculazioni che pesano sullo scenario economico”.
E proprio sul rigassificatore il premier ha insistito sul paradosso di chi chiede di diversificare gli approvvigionamenti e poi protesta per la nave a Piombino. “Il caso del termovalorizzatore di Roma che fa cadere il governo Draghi resterà nei libri di storia. Un’offesa – dice durante l’intervista Damilano – verso un presidente del Consiglio che Obama interpellava non appena aveva un problema economico. Questa situazione paradossale è iniziata con la corsa al Quirinale. La mancata elezioni di Draghi è stata un’occasione sprecata: sarebbe stato una garanzia a protezione dei governi per sette anni”.
Damilano sostiene, poi, con assoluta certezza la necessità delle riforme previste del Pnrr per non perdere definitivamente la fiducia dell’Europa. “Prioritaria è l’accelerazione sulla transizione energetica. Da imprenditore – spiega – posso dire che la mancanza di manodopera è un problema generalizzato: è ovvio che c’è un ‘baco del sistema’. I cittadini sono in difficoltà perché aumenta la povertà, ma non dobbiamo educare le nuove generazioni al fatto che è meglio guadagnare 700 euro con il Rdc piuttosto che iniziare a lavorare, è un sistema che si sta avvitando su se stesso”.