“Noi non abbiamo mai invaso l’Ucraina” affermava qualche tempo fa il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov del tutto ignaro che la sua non era solo una palese panzana, ma un vero e proprio metodo di comunicazione politica che avrebbe presto fatto proseliti anche in Italia.
E, infatti, i pentastellati, migliori amici di Putin e di Lavrov, ne hanno subito fatto un mantra applicandolo alla crisi di maggioranza che sta determinando, in questi giorni, il masochista draghicidio.
Qualche giorno fa, il Fatto Quotidiano, con discreto spregio della verità, titolava “il Papeete di Draghi: si è sfiduciato da solo”, offrendo ai lettori una lettura distopica da universo parallelo che attribuisce la responsabilità del misfatto non a chi lo ha compiuto ma a chi lo ha subito.
Insomma, Lavrov fa scuola! In fondo anche la guerra è colpa dell’Ucraina che si difende visto che l’aggressore semplicemente non esiste (sic!).
Siamo ben oltre il benaltrismo o la sindrome della testa sotto la sabbia. Siamo alla versione 2.0 della propaganda di Goebbels per cui più inverosimile è la tesi e più grossa la devi sparare.
E la strategia lavrov-goebbelsiana pare pure avere un certo successo visto che la tesi dell’autosfiducia prende campo sui social e nelle supercazzole dei pentastellati che infatti la ripetono costantemente a ogni pie’ sospinto: non siamo noi ad essere usciti dal governo ma è il Governo che ci ha cacciato.
Oggi su un prestigioso quotidiano Massimo Recalcati tratteggiava un calzante parallelo tra adolescenza e età adulta nell’essere umano e quello che sta accadendo in politica, Per l’insigne studioso, uno dei tratti tipici che distingono l’adolescenza dall’età adulta è la mancata assunzione di responsabilità rispetto ai comportamenti tenuti, tipica dell’eta giovanile. Come l’adolescenza invoca l’inverosimile per autogiustificare il comportamento “deviante”, così il Movimento Cinque Stelle nega l’evidenza arrampicandosi su improbabili specchi per giustificare l’ingiustificabile. Il dramma è che mentre in famiglia si può sempre sperare in genitori giusti e severi, in politica l’elettorato ha la memoria corta e la tendenza diffusa farsi abbindolare con amabile gentilezza. E infatti i pasdaran del Movimento eseguono capriole concettuali degne di mondi paralleli e reatà alternative da metaverso. nell’indifferenza generale di Paese che ormai non si stupisce più di niente, come sottolinea oggi Agnese Pini, direttrice della Nazione. L’idea è che sostanzialmente tutto si dimentica e quindi si giustifica anche l’inversione della verità. Tanto qualcuno continuerà a credere che la Russia non ha invaso l’Ucraina e il Movimento Cinque Stelle non ha provocato la crisi di maggioranza. Insomma gli allievi pentastellati hanno superato il maestro Lavrov in tecniche di propaganda goebbelsiana.
Perchè la crisi di governo, in Italia, non è un fatto politico, ma è un fatto psicologico (o psicopatologico, come in questo caso). E’uno stato d’animo sempre pronto a venir fuori quando meno ce lo si aspetta. Un rito culturale e tribale di sacfrificio unano propiziatorio. Draghi è il migliore quindi deve cadere. Perchè l’artistocrazia della mediocrità non tollera giganti. E’ capitato a tanti nel passato glorioso di questa nazione. Alla fine, al netto delle sovrastrutture ideologiche, pure Giulio Cesare fu ammazzato perchè c’era chi non sopportava che fosse obiettivamente il migliore: ovviamnte nessuno lo dirà mai perchè la retorica da salvataggio della Repubblica (romana) contro la tirannide ammanta la congiura di uno romantico significato. Ma la verità è altra.
Oggi gli eredi di Bruto e Cassio non hanno nemmeno la giustificazione ideologica e salvifica del tirannicidio come salvezza della comunità, perchè sono talmente piccoli e insignificanti che non possono invocare nemmeno un Cicerone dovendosi quindi accontentarsi di Lavrov qualsiasi.