di Francesco Rubera
Quanto e’ accaduto a Washington non è un fatto superficiale. Si tratta di un modello culturale che è lievitato in silenzio nei decenni in tutto il mondo e che non è ancora giunto a conclusione.
Sbaglia chi crede che con la sconfitta di Trump siano finiti i moti insurrezionali. L’ occupazione del Congresso degli Stati Uniti rappresenta un malessere maggiore, che è esploso come un terremoto in America, madre delle democrazie occidentali. Si tratta di un grande terremoto che inizia con piccole scosse sin dall’ascesa dell’
antipolitica, del qualunquismo contro il sistema, con radici molto lontane che rappresentano i prodromi del Trumpismo/sovranista e dittatorialista. L’ antipolitica nell’ultimo ventennio ha assunto determinate peculiarità in ragione dell’area geografica di collocazione, ma ha tratti comuni in tutte le democrazie: la tutela del leader del branco, contro l’avversario, come avvenuto in America, o contro la legge, allorquando il metodo insurrezionalista mette in discussione la giustizia e la legge. I metodi dipendono dalla contingenza del contesto e dalle circostanze storiche.
Il rifiuto dell’esito per l’elezione del presidente non è da meno rispetto a quanto accaduto in Italia, durante i Vaffa day nel 2007 e nel 2008, oppure se pensiamo ai recenti auspici di abolizione del Parlamento formulati da Grillo ideologo e promotore del movimento nato sui Vaffa day e che per fortuna in alcuni casi inizia a prendere le distanze dalla sua leadership. Qual è la differenza tra Grillo sui palchi nel Vaffa day e gli urlatori del Campidoglio americano?
Il gesto di occupare il Congresso, è avvenuto non contro un partito, ma contro l’intero Congresso americano stesso. Grillo gridava contro il sistema intero, sino a proporne l’abolizione di recente.
Trump nel 2016 aveva manifestato una tendenza verso l’ antipolitica, molto simile a quella coincisa in Italia con l’entrata in scena del grillismo. Tuttavia in America, grazie a quella spinta antisistema Trump vinse le primarie e ottenne la candidatura. In Italia grillo ottenne la maggioranza dei consensi, il 33% dell’elettorato. E mentre in America da Mike Pence a Mitch McConnell hanno sconfessato Trump, il Partito Repubblicano è morto ed ha rinnegato il gesto folle del suo rappresentante.
Quanto accaduto a Washington è il sintomo di un malessere globale. Il male non è solo Trump, ma un fenomeno culturale ingenerato nella società universale. L’ uscita di scena di Trump non è la medicina per guarire dal problema. La malattia avanzerà lo stesso. Il vero germe è il distacco tra popolo e chi governa, il sistema oligarchico voluto dalle leggi elettorali, l’ oppressione imposta dai nuovi doveri di una economia globale, la frammentazione sociale e l’aumento delle diseguaglianze, accanto alla crescita esponenziale dei paesi orientali e dell’est del mondo, che incrementano l’insoddisfazione, i disordini. L’ oligarchia al comando non ammette i propri errori, ma addirittura li nega e si ribella al risultato elettorale, alla volontà popolare.
Quanto accaduto a Washington e’ un fatto grave perché segnerà l’inizio di numerose manifestazioni insurrezionistiche che segnano la grave crisi che sta attraversando la democrazia occidentale.