Come qualcuno ricorderà la presidenza del consiglio dell’Unione Europea spetta a turno a tutti i Paesi membri. All’Italia è capitato nel 2014 e, salvo imprevisti, dovrebbe riaccadere nel prossimo 2028. Tra un po’ invece dovrebbe toccare all’Ungheria. Il condizionale è d’obbligo: in molti, infatti, dentro le istituzioni europee si domandano se abbia così senso conferire un incarico del genere ad uno stato semi-autoritario, con esecutivo di estrema destra che certamente non brilla su temi come i diritti civili.
La presidenza del Consiglio viene assegnata a turno a tutti gli stati membri per far sì che ciascuno di loro si senta coinvolto nella gestione diretta del governo delle istituzioni europee. Come chiarisce lo stesso Consiglio nel suo sito ufficiale, sovrintendere la presidenza «è stato paragonato da qualcuno all’organizzazione di una cena a casa propria: ci si assicura che gli ospiti passino una serata in armonia, che esprimano delle opinioni diverse durante il pasto ma che poi si lascino in rapporti amichevoli».
Giovedì il Parlamento Europeo voterà una mozione per discutere ufficialmente la possibilità che all’Ungheria non venga assegnata la presidenza di turno del Consiglio. In una bozza della mozione visionata da Reuters si apprende che il Parlamento «mette in discussione il fatto che l’Ungheria sia in grado di adempiere credibilmente a questo incarico, alla luce delle violazioni delle norme europee». Ci si aspetta che la mozione sia approvata anche col sostegno del principale partito di centrodestra, il Partito Popolare Europeo, da cui nel 2021 è uscito dopo molte polemiche quello del primo ministro ungherese Viktor Orbán, Fidesz. Il Parlamento però non ha alcun potere di modificare l’assegnazione della presidenza di turno, che invece spetta al Consiglio.
Anche in Consiglio poi sono sorti dubbi sulla futura presidenza ungherese, che dovrebbe iniziare il primo luglio del 2024, ossia subito dopo le elezioni europee del 2024. Si tratterebbe di una decisione che non ha precedenti nella storia europea. «Sarebbe un disastro se l’Ungheria esercitasse la presidenza potrebbe cercare di spingere la sua agenda nell’Unione Europea, cosa che ovviamente non è il caso che un Paese che detiene la presidenza faccia», le parole dell’eurodeputato Thijs Reuten (S&d) nel corso di una conferenza stampa al Pe. Dura anche la posizione della ministra tedesca agli Affari Europei, Anna Luhrmann, la quale ha espresso «dubbi sulla capacità dell’Ungheria di condurre una presidenza del Consiglio di successo».
Ma in che maniera si può proibire che l’Ungheria gestisca la presidenza del consiglio dell’Unione Europea? “Il Post” cita uno studio del think tank olandese Meijers Committee: “Il rapporto (PDF) suggerisce per esempio che i 6 mesi della presidenza ungherese potrebbero essere spartiti fra la presidenza precedente, belga, e quella successiva, cioè quella polacca (o addirittura quella ancora successiva, cioè quella danese, per via di una condizione simile all’Ungheria in cui si trova la Polonia)”. C’è poi un’altra strada percorribile: il Consiglio Europeo potrebbe prendere una decisione in merito; opzione questa che però richiederebbe un voto all’unanimità. In tal caso però bisognerebbe convincere tutti i paesi, inclusi quelli che tra qualche anno potrebbero trovarsi nella medesima situazione dell’Ungheria. Un esempio? Beh, la Polonia. Ovvio.