di Flavio Passi
Credo che ormai, dopo quasi un secolo di proibizionismo, appaia chiara la sua completa inefficacia nel contrastare il consumo di droghe.
Il proibizionismo si è sempre nutrito di slogan populisti, utili soltanto a tranquillizzare i meno informati, e di leggi che hanno sempre colpito i consumatori e favorito i grandi narcotrafficanti.
Le droghe sono argomento complesso, a volte spinoso, che ogni partito politico (sia di destra che di sinistra) ha sempre cercato di evitare, delegando al proibizionismo l’illusione di risolvere il problema.
Credo però che sia ormai necessario trovare il coraggio di parlarne a viso aperto, senza tabù.
Soltanto così possiamo proteggere i giovani da comportamenti sbagliati e pericolosi. Come spesso ripeto: «educare è meglio che proibire.»
A conferma di questa tesi ci sono i dati: ogni Paese che ha sperimentato politiche meno repressive (o di legalizzazione delle droghe leggere) ha visto una drastica diminuzione del consumo di droghe, sia leggere che pesanti. Perché? Credo sia ormai assodato che l’informazione, l’educazione e la cultura siano il maggior deterrente al consumo di droghe, mentre il “fascino del proibito” continua ad attirare generazioni di giovani di ogni classe sociale e livello culturale.
Se davvero vogliamo proteggere i giovani dal consumo di droghe pericolose e a volte mortali non possiamo prescindere dalla legalizzazione della Cannabis.
Legalizzare la Cannabis non significherebbe “incentivare al consumo” o peggio essere “Stato spacciatore”, come ulula alla luna qualche personaggio di estrema destra cavalcando slogan populisti e privi di senso, al contrario significherebbe fare informazione spiegando senza tabù quelli che sono i pro e i contro dell’utilizzo della pianta di Canapa. Significherebbe evitare al consumatore di Cannabis il contatto con spacciatori senza scrupoli pronti ad offrir loro qualsiasi tipo di sostanza. Perché nonostante la teoria che la Cannabis sia la “porta di accesso” verso droghe più pericolose sia stata ampiamente smentita, resta il fatto che lasciando il mercato in mano a criminali senza scrupoli questi cercheranno senz’altro, prima o poi, di convincere il “cliente” a provare altri tipi di sostanze, molto più nocive della Cannabis o addirittura mortali. Insomma è il proibizionismo la porta verso le droghe pesanti, non la Cannabis.
Sulla Cannabis, in cent’anni di proibizionismo, sono state dette tantissime bugie: è stata ingiustamente demonizzata dai più, mentre una minoranza di persone ne ha sempre esaltato i suoi effetti rilassanti e terapeutici. A mio avviso sono entrambi atteggiamenti sbagliati.
Come scrivo nel mio libro “Cannabis ~ credevo fosse droga” (Edizioni Effetto, 2020), «La Cannabis non va né osannata né demonizzata, va studiata e rispettata.»
Resto convinto che se le persone fossero educate sulla Cannabis ne farebbero un utilizzo diverso e saprebbero rispettarla come pianta officinale utile per alleviare i sintomi di moltissime patologie più o meno gravi; invece che considerarla “droga”.
In Italia ci sono sei milioni di consumatori di Cannabis dichiarati, quasi tutti adulti e consapevoli, conoscitori della sostanza, che ne fanno uso per i motivi più disparati, e sono quasi tutte persone con un buon livello culturale ed una buona estrazione sociale.
Persone perfettamente inserite nella società, non disadattati, persone che preferiscono rilassarsi alla sera con un qualche tiro di Cannabis piuttosto che con qualche sorso di whisky.
Oggi queste persone sono “fuorilegge” e rischiano ogni giorno procedimenti penali a causa di un assurdo pregiudizio dovuto a cent’anni di disinformazione.
Attualmente a causa del proibizionismo l’Italia rinuncia a un indotto stimato di sette miliardi all’anno (un terzo di ogni manovra finanziaria), a 300.000 nuovi posti di lavoro e a moltissimi punti di PIL, soltanto per seguire un’ideologia ormai superata nonché totalmente inutile ad arginare il “problema” delle droghe.
Ma il discorso non è soltanto economico: il proibizionismo è come una piovra che allunga i suoi tentacoli e incancrenisce ogni settore che tocca. Basti pensare a come le nostre Forze dell’Ordine vengono distratte per inseguire piccoli consumatori; alle Prefetture intasate da procedimenti a carico di ragazzini trovati in possesso di qualche grammo di Cannabis; ai tribunali ingolfati da processi a piccoli consumatori o persone trovate in possesso di poche piante di Cannabis per uso personale. Queste cose accadono quotidianamente, e non possiamo pensare a una giustizia più rapida ed efficiente se continuiamo a rallentare il lavoro di Polizia e magistratura costringendoli a perseguire persone normali, il cui unico reato è preferire una canna a un whisky.
Bisogna, a mio avviso, punire i delinquenti veri: gli stupratori, i rapinatori, gli assassini. Credo ci voglia una riforma del Codice Penale e garantire pene certe per alcuni reati.
Oggi la maggior parte delle persone se la prende con i giudici, accusandoli di lassismo. La colpa non è della magistratura se le leggi prevedono decine di “attenuanti” per ogni crimine o delitto. A mio avviso per certi reati, pur con tutte le “attenuanti” del caso, dovrebbero essere garantite pene certe. Esempio: per lo stupro la pena minima (considerando tutte le attenuanti) dovrebbe essere 20 anni di carcere, fino all’ergastolo per gli stupri più efferati. Ma mai meno di vent’anni. Soltanto così possiamo evitare la frustrazione delle persone che, a causa del lassismo odierno, possono essere portate ad abbracciare ipotesi come la “legittima difesa”, che a mio avviso rappresenta il TOTALE FALLIMENTO DELLO STATO.
Per comprendere meglio l’assurdità del “cancro proibizionista” basti pensare che oggi il 40% dei detenuti è in carcere per reati legati alla Cannabis, mentre bande di persone che compiono rapine a mano armata possono stare tranquillamente ai domiciliari e quindi liberi di continuare ad andare in giro a fare rapine. Non credo sia più tollerabile.
Credo che una Buona Politica che sappia guardare al futuro debba pensare a tutto tondo, implementando le risorse per scuola, sanità ed ecologia.
E per avere le risorse per migliorare davvero scuola e sanità, servono quei sette miliardi all’anno sottratti alle mafie. Pensiamoci. La Cannabis, inoltre, potrebbe ricoprire un ruolo importantissimo anche nell’ecologia, settore in Cannabis potrebbe avere decine e decine di utilizzi.
Fino ad oggi si è sempre cercato di evitare l’argomento perché forse, in fondo, questa situazione è andata bene a tutti, ma se davvero vogliamo pensare a un paese efficiente, capace di guardare al futuro e alla bellezza, non possiamo continuare a rallentare la corsa del Paese con politiche vetuste, dannose e totalmente inefficaci.