L’’attivista bielorusso Ales Bialiatski, l’organizzazione per i diritti umani russa Memorial e l’associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties sono i Premi Nobel per la pace 2022, i più attesi visto che in corso c’è una guerra sanguinosa nel cuore dell’Europa. La comunicazione da Oslo è arrivata pochi minuti fa. Tra i favoriti dai bookmaker c’erano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il dissidente russo Alexey Navalny e l’oppositrice bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya.
Ales Bialiatski, 60 anni, noto per la sua battaglia anti russa, dal 1996 è presidente di Viasna, ong bielorussa per i diritti umani che assiste finanziariamente e legalmente i dissidenti prigionieri politici e le loro famiglie. È stato arrestato più volte, l’ultima nel 2020, per la quale non ha ancora avuto un processo.
Memorial è una storia ong russa che opera dal 1987, fondata dal Nobel per la pace del 1975 Andrei Sacharov e da altri attivisti per i diritti umani. L’attività di Memorial all’inizio si è concentrata nel documentare e testimoniare i delitti e gli abusi dell’era sovietica, in particolare del periodo stalinista, poi è divenuta la più grande ong della Russia, occupandosi prevalentemente della difesa dei diritti umani e dei prigionieri politici. La sede russa di Memorial a Mosca è stata chiusa lo scorso aprile, a seguito delle restrizioni imposte dal regime di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina.
Il Centro per le libertà civili è un centro studi e un’associazione ucraina impegnata nella documentazione dei crimini di guerra compiuti dall’esercito russo in Ucraina dopo l’invasione voluta da Putin.