Ti prego Papa Francesco, vola a Kiev. Certo può sembrare una esagerazione, ma davanti a una tragedia della Storia come l’invasione russa della Ucraina un evento del genere avrebbe una portata simbolica enorme. Capace di fermare le armi. Di farle tacere almeno per una tregua.
Papa Francesco ha certamente il carisma per farlo e durante il suo pontificato ci ha stupito tante volte per la forza e il coraggio dei suoi gesti. Volare a Kiev significherebbe costringere Putin a fermarsi. Viene in mente Leone Magno che nel 452 fermò Attila…
“Mai la guerra!,” ha detto oggi il Papa. “Pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici. In nome di Dio, fermatevi!”. Ma la macchina militare russa non si ferma. L’offensiva di Putin continua, i bombardamenti sulle città proseguono insieme agli attacchi nelle zone dei corridoi umanitari. Kiev è sotto assedio e i russi hanno conquistato la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Il presidente Zelensky ha mandato un altro videomessaggio alla nazione. Ha detto che l’esercito russo ha subito le sue più grandi perdite da decenni. Putin non si ferma, ma neppure gli ucraini si arrenderanno. E mentre la diplomazia fatica, mentre Mosca si rimangia le offerte e minaccia la Svezia e la Finlandia, mentre i russi avvertono gli Stati Uniti che i convogli con le armi inviate in Ucraina potrebbero essere un “legittimo bersaglio”, il bagno di sangue è destinato a continuare.
La Santa sede in queste settimane ha più volte preso posizione contro lo “scempio” della guerra. Papa Francesco ha già inviato in Ucraina due cardinali: l’elemosiniere Krajewski e il prefetto Michael Czerny per gestire la questione altrettanto grave dei profughi e rifugiati, milioni di persone in fuga.
Il popolo cristiano ha bisogno di simboli e di speranza. La presenza del Papa in Ucraina sarebbe un messaggio così grande da non poter essere ignorato. “La guerra è una follia! Fermatevi, per favore! Guardate, quanta crudeltà!”. Parole come queste, pronunciate a Kiev, costringerebbero anche un criminale come Putin a fare i conti con la realtà. Ti prego Papa Francesco, vola a Kiev!