A Civita Castellana, nel paese in provincia di Viterbo in cui vive Lea diversi anni a chiamano “nonna coraggio”. Perché non appena scoppiata la guerra, Tatiana, una signora ucraina di 63 anni, ha accolto in casa sua undici parenti fuggiti dall’orrore di Donetsk.
Dimitri e Alessandro, i suoi figli, sono arrivati in Italia insieme alle mogli e a sette figli, tutti minorenni. Con Tatiana sono dodici, e vivono tutti nel suo appartamento nel centro storico. “In molti mi hanno detto: Tatiana, che fai, ospiti undici persone in casa – dice la generosa signora a Repubblica -? Sì, rispondo, perché conosco l’orrore della guerra e non potevo lasciare la mia famiglia da sola”.
“È una situazione difficile, però siamo contenti perché adesso siamo tutti insieme – rivela Tatiana -. A breve arriveranno anche mia sorella, che ha passato il confine ungherese, e mio marito. L’Italia si sta dimostrando meravigliosa, lavoro dalla mattina alle 5 alla sera alle 22, non ho il tempo di coltivare amicizie, eppure tutti mi hanno contattato per offrirmi un aiuto”. Perché per tirare avanti in dodici è necessario il supporto della comunità: servono materassi, biancheria, vestiti, cibo. “Mi sono commossa, in tanti mi chiedevano cosa mi mancasse – racconta ancora -, mi hanno portato il lievito e i genitori dei compagni di classe dei miei nipoti ci hanno regalato libri, zaini e quaderni”.
Nonostante la terribile tragedia del suo popolo, ve ha sconvolto la vita della sua famiglia, “nonna coraggio” invita a non perdersi d’animo e a reagire. Come ha fatto Daniele, uno dei suoi nipoti, che ha problemi di salute. “Quando aveva cinque anni – racconta ancora Tatiana – vicino alla sua casa scoppiò una bomba. Fu colpito alla testa da una vetrata distrutta dai bombardamenti. Ma bisogna andare avanti, anche noi che siamo fuori dalle zone di guerra dobbiamo reagire. Sono situazioni – conclude – che dobbiamo affrontare con coraggio”.
E Tatiana sì coraggio ne ha da vendere.