Salvo colpi di scena, auspicabili ma non probabili, la guerra in Ucraina durerà ancora a lungo e l’Europa democratica non potrà esimersi dall’estendere – pur con un colpevole ritardo – le sanzioni punitive verso la Russia anche all’importazione di carbone, petrolio e soprattutto gas.
Questo creerà importanti contraccolpi per le economie degli Stati membri e diffusi disagi ai cittadini europei ma, nella consapevolezza di essere nel giusto, tutti i “cittadini” europei faranno la loro parte.
Tutti tranne l’Ungheria del “dittatore” Orban, l’amico del cuore di Giorgia e Matteo, che ha già ripetutamente dichiarato: “Loro non ci pensano proprio”.
Bene, ma nessuno, in Ungheria ed in Europa, pensi che questa manifestazione di egoismo e soprattutto di disprezzo per i valori europei possa restare senza conseguenze.
Buona Destra invita il Governo italiano ad intraprendere, insieme alla Ue, tutte le misure consentite per sanzionare il comportamento degli ungheresi, a partire dal congelamento delle risorse del Pnrr e di tutti gli altri contributi europei destinati all’Ungheria. E che questo serva da esempio e monito per il futuro.
I Paesi “prenditori” abbiano rispetto per quelli – e l’Italia è tra questi – “contributori” e, soprattutto, lo abbiano per l’Istituzione europea.
Senza queste misure si arriverebbe ad un paradosso: Paesi indeboliti dalla carenza di materie prime energetiche ed altri che ne trarrebbero enormi vantaggi, il non plus ultra della concorrenza sleale.
Buona Destra è certa che Mario Draghi farà sua la nostra sollecitazione e che saprà portarla con autorevolezza ai tavoli europei.