Siamo tutti stufi del Berlusconi show. Va bene la veneranda età, a cui il Cavaliere è giunto, ma sono inaccettabili le dichiarazioni su Putin, con il quale il leader di Forza Italia si compiace d’aver riallacciato i rapporti, tenendo a specificare come lo zar russo lo abbia nominato, in uno scambio di lettere definito “dolcissimo”, come “primo dei sui cinque veri amici”. Che gran fortuna! C’è davvero di che vantarsi! Diciamolo francamente: è vergognoso che un paese come l’Italia, che ha sostenuto sin dal principio l’invio di armi in Ucraina, abbia oggi dei leader politici così legati al leader del Cremlino. “Chiediamo al gruppo del Ppe e a Manfred Weber di condannare le parole di Silvio Berlusconi e i suoi ristabiliti rapporti con il criminale di guerra Vladimir Putin”, ha commentato in un tweet il gruppo dell’europarlamento Renew Europe. “Ppe sostiene che Putin è una minaccia per l’Occidente e va sconfitto. È tempo di finirla di fare campagna per gli amici di Mosca in Europa”, si legge ancora. È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Vogliamo dirlo con chiarezza che Putin non è un amico, ma un criminale di guerra?
“È ora che il veterano della politica si ritiri per non dire sciocchezze nella sua follia! Glorificare un criminale di guerra è un atto criminale”, il messaggio su Twitter dell’eurodeputato del Ppe Riho Terras, ex ministro della Difesa estone e coordinatore del comitato sull’intelligenza artificiale all’Eurocamera. “Forza Italia dice di essere garanzia di un governo europeista ma è passata da un pilastro del centrismo ad essere la stampella del postfascismo”, ha commentato la presidente dei Socialisti e Democratici all’Eurocamera, Iratxe Garcia Perez nella sua risposta al dibattito con Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. E ancora: “La presidenza del senato è andata al nostalgico del fascismo Ignazio Benito La Russa e la Camera a Fontana, euroscettico e omofobo. Siamo sicuri che Forza Italia possa essere garante di qualcosa?”. Le parole del Cavaliere avrebbero creato delle tensioni all’interno del Ppe: “Non è il momento di avere rapporti con il presidente russo Vladimir Putin, Silvio Berlusconi gli rimandi indietro la vodka”, ha detto il capo delegazione polacco al Partito popolare europeo (Ppe), Andrzej Halicki, in un’intervista.
Tra l’altro, lo scambio di doni tra Putin e Berlusconi è rimbalzato alla Ue e la Commissione dovrà chiarire se gli omaggi citati dal Cavaliere rientrano nelle sanzioni europee contro la Russia. La responsabile stampa della concorrenza ha indicato che “nel quinto pacchetto di sanzioni è stato esteso il blocco delle importazioni di alcolici, vodka compresa: vigilare sull’attuazione delle sanzioni è di competenza degli stati membri della Ue”. La Commissione ora si è riservata di chiarire. In giornata sono arrivate anche le dichiarazioni di Paulo Rangel, vicepresidente del gruppo Ppe al Parlamento Europeo. “Penso che le parole di Berlusconi siano tristi per tutti gli europei che soffrono per la tirannia di Putin, ma sono opinioni personali che nulla hanno a che vedere con la posizione d’un partito e con la garanzia assoluta che offre un leader europeo come Tajani”. Dichiarazioni che di fatto non segnano una piena difesa del percorso europeista; parole che paiono non difendere con convinzione l’Europa e i suoi valori.