Fulminato sulla via di Landini, il pacifista Salvini oggi se la prende anche con l’Occidente. Ma andiamo per ordine. Mentre in Ucraina si continua a morire sotto le bombe di Putin, dopo i viaggi a Mosca, le magliette col faccione di Vlad e i comuni intenti sovranisti, Salvini torna a impartirci lezioni sulla pace nel mondo. Tira per la tonaca Papa Francesco e spiega che “la soluzione” all’invasione russa “non è mandare armi” a Zelensky. Così come il capo del sindacato, anche quello dei leghisti si augura che la guerra finisca presto. Ma non si capisce come.
Così, per magia, anzi no, perché “ci metto tutto il mio impegno”. “Temo che la soluzione non sia mandare le armi. Se qualcuno pensa di fermare la guerra rispondendo a bombe con bombe a missili con missili a nucleare con nucleare, non ne usciamo”. Eppure proprio con le armi inviate e da inviare, grazie all’addestramento impartito dalle forze speciali e dai consiglieri militari occidentali alle truppe ucraine, Zelensky e il suo popolo hanno resistito alla prima ondata dell’attacco russo. Non mettendo i fiori nei loro cannoni. E purtroppo, neppure con la diplomazia.
E già, perché Salvini si è accorto che le sanzioni servono. Ma sembra non aver ancora compreso che per fermare Vlad il matto le sanzioni non basteranno. Putin al delirante ritrovo nello stadio di Mosca ha annunciato che andrà avanti con le armi. Quindi quale diplomazia? Non si tratta di essere guerrafondai. Si tratta di guardare ai fatti, invece di fare comunicazione vuota sui social e atteggiarsi a vestale del pacifismo. E arriviamo all’Occidente.
Matteo spiega che “l’Occidente ha fatto disastri in Libia, Iraq, Siria, Afghanistan…”. E’ il solito copione orwelliano. L’Ucraina se l’è cercata perché voleva entrare nella NATO. Ce la siamo cercata in Libia, Iraq, Siria e Afghanistan. La colpa è sempre dell’Occidente. Eppure a scuola abbiamo studiato che l’Occidente i totalitarismi li ha sempre sconfitti. Con le armi e non.
