“Meloni? Non dice cosa vuole fare, usa solo trucchi di retorica: ieri da Vox per lei è scattato il richiamo della foresta”. Filippo Rossi, giornalista e fondatore del movimento Buona Destra, oggi militante di Azione, mette in luce le contraddizioni della leader di FDI che si appresta a varare il prossimo governo.
“Meloni è dentro la tenaglia tra quel che era e quel che deve essere, sa benissimo che col populismo non si governa, e infatti oggi in tv ho sentito Urso dire che ci sarà continuità con Draghi su energia e Ucraina – afferma Rossi oggi in un’intervista a Repubblica -. Ha chiesto più Europa sull’energia e infatti un giornale ha titolato ‘La Meloni si sveglia Calenda’. E invece da Vox ha risfoderato l’Europa delle piccole patrie”. Non solo, il dualismo di Meloni è evidente anche nelle trattative per il nuovo esecutivo. “Il fatto che intenda mettere dei tecnici nei posti chiave è un tradimento assoluto del governo politico promesso per anni, la smentita di una narrazione. Ed è anche la conferma di una mancanza di classe dirigente. Possibile che il centrodestra non disponga di un politico all’altezza che vada bene come ministro dell’economia – chiede -? Meloni è combattuta tra l’idea di un’Europa che tende alla chiusura e la necessità di fare i conti con la realtà”.
Tuttavia, la posizione sovranista della Meloni resta la stessa. Quella di Vox, Trump, Bannon, Orbàn. “Meloni è in campagna elettorale permanente, ripete ogni giorno di voler essere alternativa alla sinistra. Ma è una frase autoconsolatoria, per mascherare i problemi. Dicesse cosa vuol fare, piuttosto! È speculare al Pd in questo – attacca il fondatore della Buona Destra -. Non è diventata una liberal. Non è del Ppe. Non è diventata europeista. Ha due partner, Lega e Forza Italia che hanno sempre coltivato rapporti con Putin. Sono eredità che pesano: non potrà tradire sé stessa fino alla fine. Dirà cose identitarie, ma non le farà, in fondo sono ancora all’opposizione. E il suo governo potrebbe durare molto poco, come pensano già in tanti. Salvini ha usato la stessa tecnica con l’Ucraina: contrario all’invio di armi, ma poi ha sempre votato i provvedimenti”.
Infine, Rossi sa che Meloni guida “un partito sovranista, non più neofascista- conclude -. Non credo che non festeggerà il 25 aprile. Sull’anniversario della marcia su Roma non dirà nulla”.