“È questo il momento. Non c’è sufficiente consapevolezza di questa urgenza”, queste sono state le parole chiave di Mario Draghi, l’ex presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e fino a nove mesi fa presidente del Consiglio italiano, durante la sua partecipazione come ospite d’onore al World Investment Forum di Amundi, dove ha presentato la sua visione per il futuro dell’Europa.
Nell’intervista condotta da Valérie Baudson, AD di Amundi, Draghi ha espresso la sua fiducia nel ruolo delle banche centrali nel combattere l’inflazione. “Non ho consigli da dare ai vertici della BCE”, ha dichiarato, aggiungendo che “è molto sensato che le banche centrali continuino a combattere l’inflazione come stanno facendo finora”. Riguardo al discusso ancoraggio dell’inflazione, attualmente fissato al 2% sia in Europa che negli Stati Uniti, ha affermato: “Non vedo neanche ragioni per cambiarne l’ancoraggio. Anche a me chiedevano ogni volta di cambiare l’ancoraggio, quando l’inflazione era a zero. Ma non lo abbiamo mai fatto allora non vedo perché farlo ora: se cambi perché non sei in grado di raggiungere gli obiettivi la tua credibilità è intaccata“.
Draghi ha lanciato un forte appello ai politici d’Europa per lavorare alla costruzione di questa nuova Europa. Ha sottolineato l’importanza di affrontare le questioni sovranazionali attuali, tra cui la transizione energetica, la difesa unita, i flussi migratori, e l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea. Ha affermato: “Sono tutte sfide che i Paesi membri non possono affrontare da soli, e il modo in cui le gestiranno insieme, con un metodo di decisione condiviso, definirà la strada che prenderà l’Europa”.
Infine, Draghi ha parlato dei grandi temi globali. “Le cose visibili sono guerra, inflazione, Cina e Intelligenza artificiale, come le gestiremo determinerà il nostro futuro”, ha detto. Riguardo la guerra ha affermato: “L’Ue non ha alternativa a vincerla, e vincerla implica tenere insieme tutti i pezzi, anche se non è facile“. Sulla questione della Cina, ha dichiarato: “L’altro fattore cruciale sono i rapporti con la Cina, che potrebbe riportarci alla prosperità commerciale degli anni passati o verso un mondo molto diverso”.