Il fantasma di Angela Merkel si aggira per la Germania. Merkel ha condannato l’invasione russa della Ucraina, senza mai nominare Putin. Poi, silenzio. Perché quello che sta accadendo alle porte dell’Europa da un mese a questa parte ha rimesso in discussione il lascito della cancelliera, i successi, tanti, certo, come pure la nostalgia provata dai tedeschi quando Merkel lasciò il suo posto.
È trascorso solo qualche mese da allora ma la dark side degli anni trascorsi al governo della Germania riaffiora. Gli affari fatti con il capo del Cremlino, il Nord Stream che oggi è stato congelato, le risorse troppo scarse per il bilancio della Difesa, i vincoli messi ad una più forte unità europea.
Certo, sarebbe ingeneroso addossare su Merkel tutte le colpe: il nuovo cancelliere Scholz era uno dei suoi ministri. Sia i cristiano-democratici che i socialisti hanno condiviso la politica accondiscendente verso Putin. Insomma, quel fantasma che si aggira per la Germania è il simbolo di una responsabilità verso il regime russo più ampia e condivisa. Una responsabilità che non è solo dalle classi dirigenti tedesche, ma di mezza Europa.