di Pasqualino Trubia
In questi giorni, in queste ore l’incertezza è massima. Cosa accadrà? Conte rassegnerà le dimissioni? Si cercherà di formare un nuovo governo tra impasti e rimpasti? Si accettano scommesse.
In questo periodo falcidiato dall’emergenza sanitaria che si protrae da quasi un anno non ci siamo fatti sfuggire l’immancabile crisi di governo.
Leggendo rapidamente i dati della storia della nostra Repubblica possiamo constatare che dal 1948, anno che ha concluso i lavori dell’assemblea costituente, al 2021, quindi in 73 anni di storia, si sono succedute 18 legislature per un totale di 66 governi. In pratica la media della durata di un governo italiano è poco meno di un anno.
Pare evidente che l’Italia sia un paese ingovernabile e che abbia bisogno, un po’ come durante il calciomercato estivo, di periodi annuali di cambiamenti, di cambiare la rosa della propria squadra, portando avanti una logica distruttiva di instabilità.
Oggi in piena emergenza sanitaria non possiamo non rispettare le nostre tradizioni. L’ingovernabilità pare essere un tratto distintivo della nostra nazione. Quindi, leggendo la storia, non dovremmo stupirci se un minuto partito come Italia Viva abbia potuto mettere in crisi un esecutivo già fragile di per sé. Questa rappresenta una naturale evoluzione di un governo italiano.
Fra qualche giorno, come una costante ineluttabile, scopriremo il nostro destino ma almeno una cosa è certa, dietro l’angolo ci sarà un nuovo governo, in quale declinazione non si sa ma è l’unica certezza che abbiamo.