Gli effetti delle sanzioni e della grande fuga dei brand occidentali colpiscono la classe media e irrompono nei quartieri popolari di Mosca e di altre grandi città russe.
McDonald’s se ne è andato dal Paese insieme a 60mila posti di lavoro, idem per altre grandi catene (non quelle francesi, però). Imprese che se ne vanno, posti di lavoro persi, scaffali dei supermercati semivuoti. Nei quartieri popolari, scarseggiano beni di prima necessità. Idem le medicine.
L’idea delle elite sovraniste filoputiniane è che tutto questo segnerà il riscatto della economia nazionale, ma per adesso la classe media ringrazia chi, come Mac, dovrebbe continuare a pagare gli stipendi almeno per un trimestre.
Chissà se per allora la “operazione speciale” in Ucraina sarà finita. Intanto chi manifesta viene arrestato, non si riescono a ritirare normalmente i soldi degli stipendi in banca e si torna a parlare di default – con Mosca che deve versare 117 milioni di dollari di obbligazioni di Stato.