Mentre giaceva sepolta sotto le macerie, con le gambe rotte e gli occhi accecati dal sangue e da spesse nuvole di polvere, tutto ciò che Inna Levchenko poteva sentire erano urla. Erano le 12,15 del 3 marzo e, pochi istanti, prima un’esplosione aveva polverizzato la scuola dove aveva insegnato per 30 anni.
Questa storia, e tante, tantissime altre, fanno parte di un’indagine in corso dell’Associated Press e della serie PBS “Frontline”, che include l’esperienza interattiva di War Crimes Watch Ukraine e un documentario in uscita.
Oggi è il 92esimo giorno di guerra e, mentre le truppe russe stanno portando avanti una massiccia offensiva sul fronte di Severodonetsk, nella regione filo-russa di Lugansk, e l’esercito ucraino sta lottando per mantenere il controllo di un’autostrada chiave per Severodonetsk, al momento circondata su tre lati dalle forze russe, emergono nuove atrocità commesse dalle truppe russe. Il governo ucraino afferma che la Russia ha attaccato più di mille scuole, distruggendone 95: Vladimir Putin sta bombardando il futuro.
Secondo gli esperti, attaccare intenzionalmente scuole e altre infrastrutture civili, oltre a rappresentare un crimine di guerra, ostacola infatti la capacità di una nazione di riprendersi dopo la fine dei combattimenti, ferendo intere generazioni e deludendo la speranza di un paese per il futuro.
Nei quasi tre mesi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, l’Associated Press e la serie PBS “Frontline” hanno verificato in modo indipendente 57 scuole, che sono state distrutte o danneggiate in un modo che indica un possibile crimine di guerra.
Nella sola Chernihiv, il consiglio comunale ha affermato che solo sette delle 35 scuole della città sono rimaste illese; tre sono ridotte in macerie.
A Kharkiv, che ha subito incessanti bombardamenti, adesso i disegni dei bambini sono attaccati alle pareti di una stazione della metropolitana sotterranea, che è diventata non solo un rifugio per famiglie ma anche una scuola improvvisata: i bambini della scuola primaria si riuniscono attorno a un tavolo per lezioni di storia e arte.
La comunità di Grusha, fuori Kiev, ha iniziato una lenta ricostruzione: si rastrella, spazzando via i detriti dalle scuole e dagli asili che sono stati danneggiati e si avviano lezioni di apprendimento a distanza.
Tantissimi sono, infatti, i bimbi che continuano ad andare a scuola online: il gruppo umanitario internazionale Save the Children ha affermato che sta lavorando con il governo per stabilire programmi di apprendimento a distanza per gli studenti di 50 scuole. Anche l’Unicef sta anche cercando di aiutare con l’istruzione online.
Tutto questo per tentare di garantire ai piccoli un po’ di normalità, ma non è e non sarà affatto facile, perché il danno emotivo arrecato a così tanti bambini, rimasti sottoterra senza sole, tremanti dai suoni delle sirene e dall’ansia, potrebbe non essere mai completamente cicatrizzato.