Repubblica intervista il leader della Buona Destra, Filippo Rossi, sulla convention milanese di Fratelli d’Italia. “Quella di Giorgia Meloni è la destra delle occasioni, che cavalca la protesta del momento”, dice Rossi. “Meloni ha la pretesa di rappresentare tutte le destre possibili ma il problema è che sono tutte diverse e in tutto il mondo non sono né alleate né alleabili. Non puoi pretendere più iniziativa da parte dell’Europa e poi volere l’Europa delle nazioni, non puoi fare la destra libertaria e poi allo stesso tempo quella legge e ordine. Fa un gran minestrone, ed è comprensibile visto l’obiettivo che si pone, ma le destre diverse non possono convivere, come succede in Francia, Spagna, Germania”.
Il giudizio di Rossi su certa destra italiana che anche in Europa si agita tra mille contraddizioni, è netto: “cavalca le proteste di chi non vuole le mascherine, poi fa l’occhiolino ai no vax, poi ai commercianti arrabbiati per il lockdown, e così via… Ha tifato Orban finché i polacchi gli hanno detto basta, ha ospitato Bannon e poi stop, ha fatto gli auguri a Putin quando vinse e poi dopo ha capito che non era il caso. Carlo Calenda ha scritto una cosa che condivido, parlando di un tipo di destra che più che sovranista è menefreghista”. È la destra del ‘nun se butta via gnente’, la destra del ‘facite ammuina’ come ha scritto Rossi sull’Huffington Post.
Rossi vede una differenza tra Meloni e Salvini, la prima è “più strutturata” del secondo, “il punto è che le serve l’unità del centrodestra, ma in Germania, Spagna e Francia non esiste, non si vede perché dovrebbe esistere in Italia. Il centrodestra è finito da quando si è chiusa la stagione del potere berlusconiniano, e non è una questione di personalismi ma di identità differenti, sono scelte valoriali diverse che non stanno insieme”.
Infine, la nostalgia del passato della destra meloniana. “Sono il primo a pensare che quel mondo deve fare un punto e a capo ma non credo che il nostalgismo sia il loro collante, quella è la loro estetica, una forma quasi tribale di riconoscimento…” Meloni “ha questa paranoia per la ‘coerenza’ che rivendica in tutti i manifesti, mi domando coerenza con chi, con che cosa: non è dato saperlo. Comunque, rappresenta la destra della caccia alle occasioni. Il suo successo, speculare a fallimento di Salvini, è legato all’assenza di un’alternativa, perché manca una casa di una destra moderna, europea, popolare”.