“Neutralizzare Carlo Nordio”. Giorgia Meloni limita il raggio d’azione del “suo” ministro della Giustizia, l’ex magistrato Carlo Nordio, considerato già in queste prime battute del nuovo esecutivo “troppo garantista”, con il fedelissimo avvocato piemontese Andrea Delmastro Delle Vedove, responsabile Giustizia di Fratelli d’Italia. Due esponenti del partito della Meloni, dunque, in uno dei ministeri chiave del suo governo: la premier non ha seguito la “regola” di assegnare sottosegretari e vice ministri di dicasteri assegnati ad un partito ad esponenti degli altri partiti che fanno parte della coalizione, e ha preferito mettere un uomo di comprovata fedeltà patriota a badare a Nordio. La Lega verrà “risarcita” probabilmente con la presidenza della Commissione Giustizia per Jacopo Morrone, dato fino a poche ore fa come sottosegretario in pectore in quota Carroccio. Con Delmastro, tuttavia, sarà sottosegretario anche il senatore leghista Andrea Ostellari.
E’ stata soprattutto l’apertura di Nordio sulle carceri a far maturare alla Meloni, che al riguardo ha un’idea completamente diversa dal suo Guardasigilli. Siamo di fronte all’Alexanderplatz della Giustizia, come sostiene Il Dubbio, con due fazioni contrapposte divise da un muro come a Berlino? Ambienti di FdI minimizzano che sia in atto un commissariamento meloniano di via Arenula, ma di fatto la depenalizzazione e la decarcerizzazione annunciate da Nordio hanno come prima oppositrice la stessa premier. Inutile non immaginare il preludio di uno scontro.