La guerra di Putin contro l’Ucraina e le sanzioni alla Russia comportano anche per l’Italia la necessità di svincolarsi dall’acquisto del gas di Mosca. Fin qui l’ovvio. Ma Mario Draghi alla Camera ha voluto sottolineare l’inesistenza di qualsiasi politica energetica in Italia e in Europa.
“Siamo al lavoro – ha spiegato Draghi – per ridurre la dipendenza dal gas russo in tempi rapidi. È necessario farlo”. Anche perché, ha aggiunto, “la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni, anche dopo l’invasione della Crimea. Questo dimostra una sottovalutazione di politica estera e internazionale”. Quindi ha ricordato: “Siamo impegnati per diversificare le forniture e aumentare le fonti rinnovabili: questa è l’unica strategia nel lungo periodo”.
E a chi gli ha chiesto se sarà necessario cambiare il Pnrr a causa delle ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, Draghi ha replicato. “E’ ancora prematuro” pensare a questa valutazione. “Il governo – ha detto – pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del Pnrr. E’ chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato in questi anni devono essere rilette”, ha osservato il premier riferendosi alle regole Ue sul patto di stabilità.