“Ma quale Quota 41, flat tax, bonus a tutti, condoni, sovranismi. Qui abbiamo bisogno di gente seria e autorevole, in grado di andare in Europa per discutere una politica industriale ed energetica comune. L’autunno si avvicina, siamo in una situazione molto complicata e dobbiamo spendere bene e in tempo i fondi del Pnrr. Le nostre aziende sono sempre più in affanno per il costo dell’energia, molte non ce la faranno”. A parlare così è Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, che a Valentina Conte, giornalista di “Repubblica”, ha raccontato pure le perplessità di tutti quegli imprenditori indecisi se continuare in perdita o fermarsi, visto che i partiti in campagna elettorale dicono solo “stupidaggini, proposte populiste che aumentano il debito pubblico”. E ancora: “Il lavoro è scomparso dai programmi, si parla solo di pensioni, ma in pensione ci deve andare chi fa lavori usuranti: tutti gli altri a lavorare”. E non si tratta di una voce isolata.
Preoccupati da che è caduto il governo Draghi sono in tanti e gli slogan elettorali così lontani dalla realtà non fanno che accrescere i timori degli imprenditori per l’autunno che verrà: “Qualche piccola e media impresa ha già chiuso, le grandi resistono grazie all’export, ma abbiamo bisogno di interventi urgenti e strutturali, di un piano energia e del taglio al cuneo fiscale, non di provvedimenti tampone”, ha detto Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia Romagna. “Le aziende energivore sono in grossa sofferenza, valutano se fermarsi. Il comparto agroalimentare sin qui ha assorbito molti rialzi dei costi delle materie prime, ma non potrà reggere per molto. E intanto assistiamo a una campagna elettorale in cui i grandi temi sono assenti, tutta proiettata alla mera ricerca del consenso, senza una visione di politica industriale. Ci vuole un salto, anche eventualmente facendo una riflessione sul Pnrr che potrebbe essere rivisto nella sua parte sulla transizione verde che ha tempi molto stretti e che potrebbe mettere in difficoltà tante aziende. Ma l’impianto generale del Pnrr non può e deve essere pregiudicato”, ha aggiunto.
“Qui nessuno parla di lavoro, tutti erano d’accordo sul taglio al cuneo fiscale e poi?”, ha affermato Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, che ha poi evidenziato: “I partiti hanno scelto solo di solleticare la pancia degli elettori su argomenti divisivi, ma nessuno dice cosa vuole fare nei primi cento giorni di governo”. Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Liguria, si è detto sinceramente in ansia per “lo stallo post-voto: non raccontiamoci balle, sarà impossibile fare una finanziaria in 20-30 giorni”. Da qui la richiesta di “riforme serie, non interventi spot: o adesso o mai più, non perdiamo altro tempo”. Invece “sento solo slogan facili, meno tasse, lavorare meno per lavorare tutti, salario minimo: se si attuassero tutti, il Paese salterebbe in aria in due anni”.