Orrore. Orrore. Orrore. Fino al 24 febbraio, mai avremmo pensato che le atrocità del secolo scorso, studiate sui libri di storia, potessero ripetersi e, invece, è successo. E’ successo perché, un brutto giorno, un signore (non lo è affatto, ma noi che scriviamo sì) di nome Vladimir Putin ha aggredito un Paese libero, sconquassando gli equilibri del mondo. E, da allora, siamo costretti a leggere e riportare circostanze che fanno accapponare la pelle e che dimostrano l’inaudita ferocia dello zar e dei soldati ai suoi ordini.
L’ultima scoperta, in ordine di tempo, è stata fatta nel villaggio di Pisky-Radkivski, nei pressi di Kharkiv, dove è stata individuata una camera delle torture. “Una mini Auschwitz, quante ne vedremo ancora?” hanno denunciato le autorità di Kiev.
Secondo quanto riferito dalla polizia ucraina, nella cantina gli invasori russi avrebbero tenuto prigionieri e torturato civili e soldati ucraini. Alcuni dei prigionieri sarebbero stati persino sepolti vivi. La testimonianza proviene dal capo del dipartimento investigativo della polizia nazionale nella regione di Kharkiv, Sergey Bolvinov, il quale ha pubblicato sulla sua pagina Facebook
un video e alcune fotografie raccapriccianti. Tra queste, una vaschetta di plastica piena di denti e dentiere d’oro, presumibilmente strappati ai prigionieri lì rinchiusi.
La municipalità di Borovsk, dove si trova il villaggio di Pesky-Radkovsky, è rimasta sotto il controllo delle forze russe dallo scorso aprile fino al 3 di ottobre, quando è stata liberata nel corso della controffensiva ucraina. In particolare, la polizia di Kiev ha denunciato il ritrovamento di almeno una decina di camere di torture nella zona e adesso stano verificando se nei villaggi della zona ci siano fosse comuni. come quelle rinvenute ad lzyum, dove alcune delle vittime sepolte sono state trovate con le mani legate.
Ora sarebbe interessante chiedere un commento al professore Alessandro Orsini, che giusto ieri l’altro a Cartabianca sosteneva che la responsabilità di questo conflitto è tutta dell’Ucraina e del suo presidente Zelensky, reo di non volere una trattativa con Putin. Trattativa che non significherebbe pace, ma resa incondizionata allo zar. E questo no, non è possibile accertarlo, perché come ha detto a chiare lettere il presidente Mattarella dalla basilica di San Francesco, ad Assisi, pace vuol dire libertà e democrazia.