“C’è del buono in ogni cosa e forse la sciagura di fare elezioni anticipate per i calcoli della peggiore destra sovranista d’Europa, che pugnala Draghi e si divide già sulla distribuzione dei ministeri, come se le urne fossero una formalità, ha imposto ai partiti un’operazione verità, che può solo portare chiarezza”, inizia così Vittorio Tozzini, coordinatore regionale della Buona Destra della Lombardia. “La demolizione intrapresa da Draghi di un populismo parolaio, meschino, inconcludente, ieri ha fatto un passo avanti grazie alla coraggiosa scelta di Carlo Calenda di considerare sciolto il patto elettorale con il PD. È fallito il tentativo di dare al Paese una risposta unitaria all’altezza del momento storico che attraversa, ma lo si doveva all’Italia: hanno prevalso chiamate alle armi di cartello, mentre un’agenda di governo dev’essere condivisa dalle forze che si candidano a sostenerlo”.
“L’Italia che lavora ha conosciuto con Draghi il significato della politica opposta alla propaganda: ecco, quell’Italia è stata tradita tanto da una destra incompetente e irresponsabile, quanto da una sinistra massimalista e inaffidabile. Occorre continuare con il programma di governo del Presidente Draghi, superando gli ostacoli che i bipopulisti hanno messo in questi mesi: la concorrenza dev’essere applicata a quanti più settori possibili dell’economia, vanno abbattuti privilegi (taxi), rendite e monopoli, vanno concluse le privatizzazioni (Ita Airways), si devono abbandonare logiche di spesa a favore degli investimenti, va salvaguardata la parità di bilancio, vanno tutelate la dignità del lavoro, le fasce più deboli, il ruolo dello Stato come regolatore.”
Commentando infine l’invito lanciato ieri dall’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini e altri esponenti e amministratori per la creazione di un Terzo Polo, conclude Vittorio Tozzini: “La Buona Destra è nata con Filippo Rossi per dare voce a una cultura di destra repubblicana, laica, costituzionale, europeista e atlantista: è la destra progressista dei doveri, dei diritti civili, delle libertà, che l’Italia non ha mai avuto. Non possiamo che contribuire alla costruzione di una casa più grande, che raccolga le culture liberal-democratiche e riformiste del Paese. Ci appelliamo a Carlo Calenda e a Matteo Renzi per unire le proprie forze e consentire la formazione di un’unica lista, che rappresenti l’Italia migliore della ragione, della fiducia, dell’impegno: l’Altra Italia.”