Mentre non si sa molto di come stanno andando i negoziati tra russi e ucraini, Mosca non ha rinunciato a fermare il suo attacco nel Paese invaso tre settimane fa. L’obiettivo, ha detto ieri Putin allo stadio di Mosca, è andare avanti “secondo i nostri piani”.
Il problema per Putin è che se l’invasione continuerà come è andata fino adesso, la Russia rischia una sonora disfatta. L’esercito russo ha dimostrato di non avere fanteria a sufficienza, che spiega il ricorso a ‘siriani’, ceceni e mercenari. L’artiglieria e i missili hanno terrorizzato la popolazione civile nelle città ma senza risolvere la situazione sul campo. L’Ucraina è diventata il cimitero di tanti carri armati russi. Le linee di rifornimento verso il fronte vengono colpite dalla guerriglia ucraina che in questi anni si è addestrata con le forze speciali Usa e i consulenti militari occidentali.
“Un convoglio di camion ha poche possibilità di raggiungere Kiev dal confine bielorusso se deve attraversare zone piene di guerriglieri forniti di armi controcarro modernissime”, spiega ad Agi Carlo Jean. Il problema è che Putin non si rende bene conto di cosa sta accadendo, “sempre più chiuso nel suo cerchio magico che si è ristretto, come accade ai dittatori, a chi gli è leale”.
Resta la minaccia russa di ricorrere al nucleare. Jean rassicura: “Conosco bene gli alti ufficiali russi: sono colti e intelligenti, e se Putin desse loro l’ordine di impiegare le armi nucleari probabilmente si rifiuterebbero di obbedire. Soprattutto se dovessero impiegarle su una città”.