“1064 è uno di quei libri che si legge tutto d’un fiato. L’autore, pur nella ricerca storica dell’evento, riesce a donare freschezza alla pagina senza cadere nella pedanteria classica di un saggio troppo specifico nonostante i riferimenti storici siano puntuali e presenti dall’inizio alla fine.
In occasione della presentazione di un altro romanzo al salone del libro di Torino Alberto Busca aveva “rivelato” la sua tecnica, semplice ma efficace: “in un romanzo storico dove i protagonisti sono personaggi veri, è importante non far loro compiere azioni che esulerebbero dal loro normale operare, quello che abbiamo conosciuto attraverso le fonti ed i libri di storia; allora, molto semplicemente, si tratta di inserire, tra due fatti noti e documentati, come il personaggio sia arrivato dal primo al secondo. Tutto quello che c’è in mezzo è romanzo.”
Il protagonista, Manfredi, vive poco dopo l’anno mille in un borgo che non è ancora Pinerolo, ma sta per diventarlo. La donazione da parte di Adelaide di Susa di alcune terre e privilegi presso la futura Pignerol, ai monaci benedettini della Sacra di San Michele Arcangelo, fa confluire in zona quella che diverrà la futura borghesia pinerolese incentrata intorno alla nascente abbazia di Santa Maria Assunta in Verano.
Il romanzo finisce per essere una corale descrizione dello sviluppo borghese in concomitanza con l’espansione urbana della città che si troverà a riunire i suoi quattro borghi originari in un’unica curtes all’ombra del campanile di San Maurizio. Inganni, truffe e tradimenti, amori e scalate sociali permeeranno il racconto dall’inizio alla fine, fino alla conclusione quasi decadentistica dello scritto, dove il protagonista sarà costretto a compiere un gesto che lo inserirà definitivamente in un nuovo mondo, in una evoluzione necessaria del Medio Evo.