Che Matteo Salvini abbia una venerazione, una vera e propria adorazione per Vladimir Putin è risaputo, al punto che da sempre anche di fronte alle peggiori nefandezze dello zar si è schierato con l’autarchia de Cremlino.
È contrario alle sanzioni, è contrario all’invio di armi all’Ucraina. Tanto da mettere in imbarazzo il Paese, Mario Draghi e i suoi stessi alleati di centrodestra con l’improbabile organizzazione di un viaggio a Mosca e con le migliaia di ingerenze russe nella politica della Lega.
La formalizzazione dell’esclusione dalle liste elettorali di candidati del Carroccio filo atlantisti, poi, certifica in quale direzione intende andare la politica della Lega di Salvini. Fuori Raffaele Volpi, fuori Guglielmo Picchi, fuori Roberto Ferrari, fuori (perché in posizione ineleggibile) Matteo Bianchi: tutti esponenti di una Lega più moderata, tutti legati alle attività della Farnesina nel governo Draghi. Epurazioni in stile Putin, che di Salvini è il riferimento internazionale privilegiato.