Già cinque anni fa i francesi hanno votato Emmanuel Macron considerandolo l’unica barriera contro la deriva estremista di Marine Le Pen, emblema di quel fronte sovranista che attraversa l’Europa è che ha come vertice il macellaio del Cremlino, Vladimir Putin.
Stavolta però il presidente uscente dovrà faticare di più per riaffermarsi, e l’esito delle urne è tutto meno che già scritto. Perché la Le Pen è in nettissimo recupero grazie al trasformismo e alla maschera moderata che ha scelto di indossare, complice anche la presenza dell’altro candidato della destra radicale Eric Zemmour. Ma si tratta comunque di un grande inganno: perché l’immagine “rassicurante” e “moderata” che, al pari di Meloni e Salvini in Italia, ha tentato di assumere può sì confondere gli elettori, ma è un bluff. E se, come ricorda anche Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera, la Le Pen vince le elezioni, sarà la fine dell’Unione Europea. “Sarebbe un terremoto, non solo per la Francia. Sarebbe una grande vittoria di Vladimir Putin – scrive Cazzullo -. Una sconfitta per Biden, Scholz, Draghi. E sarebbe la fine dell’Unione europea come l’abbiamo conosciuta. Perché da questo punto di vista la figlia di Jean-Marie Le Pen non è cambiata: resta la populista, la sovranista, la nazionalista, l’anti-europeista di sempre”.
La presunta sbandierata rinuncia della leader del Rassemblement National a lasciare l’Europa e l’euro è solo un inganno ben orchestrato, finalizzato a prendere i voti necessari ad attuare una “sospensione” della Francia dall’Unione. Progetto che la Le Pen metterebbe in atto dal giorno stesso dell’insediamento all’Eliseo, riprendendo il progetto referendario presentato in campagna elettorale per impegnarsi in una rinegoziazione dei trattati UE. “Le Pen – scrive Le Monde – vuole limitare l’accesso dei cittadini europei ai diritti sociali, ripristinare controlli casuali alle frontiere nazionali o addirittura ridurre unilateralmente di 5 miliardi di euro all’anno il contributo francese al bilancio dell’Unione europea”. Basta questa analisi per togliere il trucco moderato alla leader estremista francese, che ancora – come i suoi emuli europei – il sogno dell’affermazione di un populismo nazionalista xenofobo, antiatlantista, filo putiniano e contro ogni solidarietà e integrazione.
Marine Le Penn è il cavallo di Troia di Putin per distruggere l’Europa dal suo interno: compito dei francesi, oggi più che cinque anni fa, è smascherare il piano antieuropeo del Rassemblement National. E votare Macron, nonostante abbia proposto una politica fortemente deludente che gli ha fatto rivoltare contro non solo la base, ma anche la classe media. Ma ne va del destino dell’Unione.