di Arianne Ghersi
“Informazionecorretta.com – Come i media italiani presentano Israele, mondo islamico, terrorismo” ha diffuso in rete un video di un comizio di Erdogan tenutosi nei giorni seguenti all’attentato terroristico di Vienna. Il contenuto del discorso in lingua turca è il seguente:
“In Medio Oriente, nel Nord Africa, dall’Asia del Sud all’Europa, assistiamo all’aumento degli attacchi contro i Musulmani giorno dopo giorno. La decisione dell’Austria di chiudere le moschee e i centri di preghiera musulmani, dimostra l’aggressività contro i musulmani in Europa. Mi rivolgo all’Europa e al primo Ministro austriaco: ascolti bene, lei è un ragazzino e deve acquisire ancora molta esperienza. Faccia attenzione, non dimentichi questo: il suo atteggiamento e le sue azioni le creeranno grosse preoccupazioni. Aggiungo inoltre, che la chiusura delle moschee e l’espulsione di musulmani dall’Austria possono aprire la porta a una guerra tra la falce di luna e la croce. E lei sarà ritenuto responsabile quando questo avverrà. Non mi rivolgo solo all’Austria, ma anche all’Europa e in particolare alla Germania. Fermate quest’uomo dal farlo. Lui può ignorarlo, ma questa situazione può avere delle gravi ripercussioni. Anche noi abbiamo una linea e degli strumenti per far seguito. Poiché abbiamo duecentocinquanta mila nostri fratelli in Austria e non li lasceremo sotto l’oppressione.”
Quanto dichiarato da Erdogan è da considerarsi una minaccia oppure un accorato appello a non attuare una discriminazione religiosa? Il sostegno offerto alle comunità islamiche europee è un tendere la mano verso i propri fratelli di credo o è una chiamata alle armi? Vorrei saper rispondere a queste domande, ma purtroppo non sono in grado di farlo perché potrei peccare di superficialità o cadere nella trappola del complottismo.
“Challenges.fr” riporta la notizia secondo la quale, nella giornata di martedì, Charles Michel (presidente del Consiglio europeo) prenderà parte al summit inerente la “risposta europea al terrorismo” a cui parteciperanno Francia, Austria, Germania, Olanda e Ursula von der Leyen (presidente della Commissione europea). Inoltre, viene virgolettata la dichiarazione di Michel: “Per combattere l’ideologia dell’odio, dobbiamo creare quanto prima un istituto europeo per formare gli imam”.
Ricapitolando: le nostre azioni non dovrebbero essere atte a svolgere un attento monitoraggio e pensare a campagne di informazione; la prevenzione non è neanche un’ipotesi a quanto pare.
“Politico.eu” descrive come lo stesso Chems-Eddine Hafiz, rettore della Grande moschea di Parigi, ritenga che questa idea non sia realizzabile, sottolineando anche l’esiguità delle richieste di formazione per diventare imam. Spiega come i finanziamenti statali alle moschee siano insufficienti e ciò fa sì che ci si affidi a fondi provenienti dall’estero; l’assenza di uno status formale di imam complica ulteriormente questi aspetti.
A mio avviso dovremmo porci altri tipi di domande: in una democrazia è corretto che lo stato intervenga sulle autorità religiose? Come reagiremmo se venisse proposto che ogni singolo prete/pastore/pope o rabbino debba essere approvato statalmente?
Le due notizie che ho riportato in questo articolo sono il preludio di uno scontro di civiltà?