Anche nell’Angelus di oggi la guerra in Ucraina è stata al centro dei pensieri e delle parole del Papa: “Non si arresta – ha detto Francesco – la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove si ripetono scempi e atrocità, non c’è giustificazione. Supplico la comunità internazionale di fare cessare questa guerra ripugnante. Anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, bambini, madri incinte. Sono andato a trovare i bambini feriti, innocenti, penso ai milioni di rifugiati e provo dolore per chi non può scappare. Non c’è sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei, è disumano e sacrilego perché va contro la sacralità della vita umana indifesa che va rispettata e protetta e non eliminata. E’ crudeltà disumana e sacrilega”.
Il Papà ha proseguito il suo discorso ricordando chi sta ancora sul campo: “Mi consola sapere che alla popolazione rimasta sotto le bombe non manca la vicinanza dei pastori: essi sono vicini al Popolo di Dio. Penso anche al Nunzio Apostolico che dall’inizio della guerra è rimasto a Kiev e con la sua presenza mi rende vicino al martoriato popolo ucraino, stiamo vicino a questo popolo martoriato. Non abituiamoci alla guerra e alla violenza. Accogliamo con generosità anche nei mesi che verranno. Invito ogni comunità e fedele a unirsi venerdì 25 marzo a compiere la consacrazione dell’umanità, di Russia e Ucraina al Cuore Immacolata di Maria affinchè la Regina della Pace ottenga la pace”.
Un’altra condanna era arrivat da padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e spin doctor di Papa Francesco: «La politica non deve usurpare il linguaggio di Gesu’ per giustificare l’odio. La retorica religiosa del potere e della violenza è blasfema»